13/10/2025, 12.38
PAKISTAN - AFGHANISTAN
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Scontri al confine tra Pakistan e Afghanistan, cresce l'instabilità a Islamabad

Violenti combattimenti lungo la frontiera hanno riacceso le tensioni tra i due Paesi dopo un raid pakistano su Kabul contro la leadership dei talebani pakistani (TTP). Islamabad rivendica di aver ucciso 200 combattenti talebani, mentre Kabul parla di 58 soldati pakistani uccisi. Arabia Saudita e Qatar cercano di mediare una tregua. Sul piano interno, il movimento islamista Tehrik-i-Labbaik Pakistan (TLP) è tornato a protestare, provocando scontri a Islamabad e Lahore, in un clima di crescente tensione.

Islamabad/Kabul (AsiaNews) – Il Pakistan ha chiesto all’Afghanistan un rinnovato impegno diplomatico dopo i violenti scontri esplosi tra i due Paesi tra sabato e domenica, che hanno provocato la morte di decine di soldati su entrambi i fronti.

Le violenze sono scoppiate in seguito a un bombardamento su Kabul e Paktia da parte di Islamabad, con l’obiettivo di eliminare la leadership dei talebani pakistani (Tehrik-i Taliban Pakistan, TTP) e in particolare il capo del gruppo, Noor Wali Mehsud. La sua morte non è ancora stata confermata.

Gli scontri, iniziati nella notte tra sabato e domenica, hanno interessato diverse aree di confine, tra cui le province afghane di Paktika e Helmand e i distretti di Kunar e Kurram sul lato pakistano. Secondo Islamabad, le proprie postazioni di frontiera sarebbero state attaccate dai talebani, che avrebbero condotto raid e aperto il fuoco contro più avamposti.

In una dichiarazione diffusa ieri, il ministero degli Esteri del Pakistan ha ribadito la necessità di mantenere il dialogo con il governo talebano, nonostante l’escalation militare: “Il Pakistan attribuisce grande importanza al dialogo, alla diplomazia e alle relazioni reciprocamente vantaggiose con l’Afghanistan. La lotta al terrorismo è un obiettivo comune”, ha dichiarato. “Islamabad continua a monitorare attentamente la situazione e adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare il suo territorio e la vita dei suoi cittadini”, ha aggiunto il ministero.

L’esercito pakistano ha riferito di 23 morti e 29 feriti tra i suoi militari, e di aver “neutralizzato oltre 200 talebani e terroristi”. Inoltre, ha affermato di aver temporaneamente catturato 21 postazioni di frontiera controllate dai talebani prima di ritirarsi.

Il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha invece dichiarato che i combattenti afghani hanno lanciato un’“operazione di rappresaglia” dopo i bombardamenti pakistani, sostenendo di aver catturato diverse postazioni e di aver ucciso 58 soldati pakistani a fronte di 9 perdite tra i propri soldati. “Abbiamo agito sulla base di informazioni precise in risposta all’aggressione”, ha detto Mujahid, accusando l’esercito pakistano di aver alimentato il conflitto tra i due Paesi.

I bombardamenti su Kabul dei giorni scorsi sono avvenuti mentre una delegazione guidata dal ministro degli Esteri talebano, Amir Khan Muttaqi si trovava in visita in India, esacerbando ulteriormente le tensioni. I funzionari pakistani spesso si riferiscono ai TTP come un gruppo terroristico sostenuto dall’India.

Fonti afghane riferiscono che le ostilità si sarebbero attenuate grazie alla mediazione di Qatar e Arabia Saudita, mentre l’Iran ha lanciato un appello alla moderazione e al “rispetto reciproco della sovranità”. Nei giorni scorsi, Riyadh e Islamabad (che possiede armi nucleari) avevano anche firmato un accordo di mutua difesa.

Sul volo da Washington a Tel Aviv, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha commentato: “Ho sentito notizie di scontri tra Pakistan e Afghanistan. Aspetterò di tornare per parlarne, ma mi sto preparando a intervenire: sono bravo a risolvere le guerre e a fare la pace.”

Nonostante l’annuncio di un cessate il fuoco, i principali valichi di frontiera (Torkham e Chaman) restano chiusi al commercio e al traffico civile, lasciando centinaia di camion carichi di merci bloccati su entrambi i lati.

Si tratta di una delle più gravi escalation militari tra i talebani e il Pakistan dal ritorno al potere dei talebani in Afghanistan nell’agosto 2021, in un contesto di rapporti sempre più deteriorati per l’accusa – ripetutamente respinta da Kabul – secondo cui il regime talebano offrirebbe protezione, addestramento e finanziamenti ai TTP.  Il gruppo combatte da anni contro lo Stato pakistano con l’obiettivo di creare un proprio Emirato islamico sul modello di quello instaurato in Afghanistan, ma negli ultimi quattro anni i loro attacchi sono diventati sempre più violenti e sofisticati. 

Nel tentativo di stabilizzare la situazione, un gruppo di 80 capi villaggio e leader tribali (jirga) si è recato nella valle di Tirah, chiedendo ai TTP di ritirarsi pacificamente dall’area di confine. Secondo quanto riferito dal portale Khorasan Diary, i mediatori avranno 7-10 giorni di tempo per ottenere un accordo. Durante questo periodo, un cessate il fuoco tra le forze pakistane e i talebani resterà in vigore fino a questa sera, ma gli eserciti dei due Paesi continuano a essere in massima allerta.

A livello interno, in Pakistan, la situazione è ulteriormente complicata dal fatto che il primo ministro, Shahbaz Sharif, è volato in Egitto per i colloqui riguardanti l’accordo per la Striscia di Gaza. Nei giorni scorsi rappresentanti del partito islamista Tehrik-i-Labbaik Pakistan (TLP), messo al bando nel 2021, hanno protestato contro l’accordo di pace di Trump. I disordini sono comiciati venerdì, quando il gruppo ha tentato di raggiungere la capitale, Islamabad, dalla città di Lahore, nella provincia del Punjab.

Secondo quanto riferito dalle autorità, oggi a Lahore un agente di polizia e tre manifestanti sono rimasti uccisi, ma per i membri del TLP il bilnacio delle vittime è molto più alto. Il leader del gruppo, Saad Rivzi, e il fratello, Anas, sono stati colpiti durante le manifestazioni nella città di Muridke, dove i dimostranti si sono arrestati nella loro marcia verso Islamabad. Le forze dell'ordine hanno chiuso nuovamente strade e autostrade nelle due città (erano state riaperte ieri) nel tentativo di prevenire ulteriori violenze, ma la tensione resta alta in tutto il Paese.

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