06/06/2011, 00.00
YEMEN
Invia ad un amico

Senza Saleh gli yemeniti esultano. In dubbio il suo ritorno

Da due giorni si fa festa. Il presidente è in Arabia saudita per cure, dopo essere scampato a un’esplosione nella moschea del palazzo presidenziale. L’opposizione accetterebbe il trasferimento del potere al vice. Ma il futuro è incerto a causa dei parenti del dittatore e per la sotterranea preenza di al Qaeda.
Sanaa (AsiaNews/Agenzie) – Da due giorni molta parte della popolazione yemenita è in festa, dopo che il presidente Ali Abdullah Saleh è dovuto andare in Arabia saudita per farsi curare. Molti pensano che egli non ritornerà più e che egli è il terzo despota medio-orientale a cadere per la rivoluzione dei gelsomini, dopo i leader in Tunisia e in Egitto. Ma la situazione non è molto chiara e fonti della presidenza affermano che il loro capo ritornerà fra pochi giorni.
 
Da 33 anni al potere, Saleh, pur criticato da mesi dai gruppi tribali del suo Paese, non ha mai accettato di dimettersi, anche se lo Yemen è giunto quasi a un conflitto da guerra civile. Tre giorni fa, a causa di un’esplosione nella moschea del palazzo presidenziale, egli è rimato ferito e trasportato in Arabia saudita per cure. Secondo fonti saudite, Saleh ha subito un’operazione per estrarre alcune schegge dal petto e dal collo.
 
Non appena la notizia della sua partenza si è diffusa, migliaia di yemeniti si son riversati nelle strade danzando e gridando alla fine della dittatura.
 
La coalizione dell’opposizione ha già dichiarato che accetterà il trasferimento di potere da Saleh al suo vice, Abd-Rabbu Mansour Hadi. Ma in Yemen rimangono i figli e i parenti del dittatore, che hanno in mano la guardia presidenziale e alcuni gruppi speciali dell’esercito. Essi però sono abbastanza forti per difendersi, ma non hanno potere sufficiente per tenere in pugno la nazione.
Negli ultimi mesi, anche su consiglio dei Paesi del Golfo, Saleh aveva espresso l’idea di dimettersi e di passare le consegne, ma è poi ritornato sui suoi passi.
 
Secondo alcuni analisti, il suo viaggio in Arabia è un primo passo a seguire il consiglio saudita di non tornare e lasciare il potere. Ad accrescere i timori per il futuro del Paese non vi è solo il rischio della guerra civile, ma anche quello di veder accrescere una cellula di al Qaeda presente da tempo nella regione.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Le rivoluzioni “colorate” del Medio Oriente e i timori di Pechino
22/02/2011
Il partito islamista Ennahda rifiuta la sharia nella legislazione. Il commento di p. Samir
27/03/2012
Saleh appare alla Tv yemenita: Siamo a favore della partecipazione di tutti i partiti
08/07/2011
Sanaa, si combatte per le strade. Saleh rifiuta di andarsene
26/05/2011
Il futuro della “primavera araba”, frenato da povertà e fondamentalismo
13/06/2011


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”