12/08/2025, 12.05
PENISOLA COREANA
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Seoul valuta di sospendere il rapporto sui diritti umani nel Nord per favorire il dialogo

Per la prima volta dal 2018, il governo sudcoreano potrebbe non pubblicare il documento annuale che denuncia le violazioni del regime nordcoreano. La scelta, in linea con la politica di riavvicinamento del presidente Lee Jae-myung, punta a evitare tensioni e rilanciare i contatti tra le due Coree. APyongyang in questi giorni ha condotto esercitazioni militari in risposta alle manovre congiunte di Seoul e Washington.

Seoul (AsiaNews) – Il governo della Corea del Sud sta valutando la possibilità di non pubblicare il proprio rapporto annuale sulle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. Sarebbe la prima volta che il documento viene omesso dal 2018, anno in cui ha avuto inizio la sua pubblicazione, e la decisione rientrerebbe nella politica di riavvicinamento a Pyongyang promossa dal presidente Lee Jae-myung, in contrasto con la posizione più dura del suo predecessore Yoon Suk-yeol.

Il ministero dell'Unificazione ha dichiarato che sta "considerando varie opzioni". Un funzionario di alto livello del ministero, durante un briefing a porte chiuse con i giornalisti, ha spiegato: "Stiamo anche tenendo conto del fatto che non sono state raccolte molte testimonianze inedite dai disertori nordcoreani dopo la pubblicazione dello scorso anno". Negli ultimi anni circa 200 disertori sono arrivati in Corea del Sud, ma la maggior parte di loro ha trascorso più di un decennio fuori dal proprio Paese, rendendo difficile ottenere resoconti recenti e significativi.

Il ministro dell’Unificazione Chung Dong-young, durante la sua audizione di conferma in Parlamento dopo la vittoria elettorale di Lee, aveva già dichiarato che "usare le questioni relative ai diritti umani della Corea del Nord come mezzo per attaccare il regime nordcoreano è inappropriato". Aveva anche suggerito che tali azioni potessero costituire una violazione dell'Accordo fondamentale inter-coreano, che stabilisce che le due Coree non devono interferire negli affari interni l'una dell'altra.

Il rapporto annuale, compilato dal Centro per i diritti umani della Corea del Nord, documenta gli abusi commessi dal regime basandosi sulle testimonianze dei disertori, una pratica che ha a lungo fatto infuriare Pyongyang. Sotto l'amministrazione di Moon Jae-in, che aveva preceduto Yoon, il rapporto era stato classificato come confidenziale di Livello 3 e tenuto segreto al pubblico per timore di diffondere le informazioni personali dei disertori.

L'iniziativa in ogni caso si inserisce nell’atteggiamento scelto dal presidente Lee di tentare di non provocare la Corea del Nord. Il presidente, nel suo discorso di insediamento di giugno, aveva promesso di "dialogare con la Corea del Nord" e di "cercare modi per coesistere".

Una delle mosse più significative adottate finora è stata la rimozione delle restrizioni sui contatti privati tra i cittadini delle due Coree. La norma, abolita a fine luglio, permette ai cittadini del Sud avere contatti con i nordcoreani a patto di darne preventiva comunicazione al ministero.

Nonostante le aperture di Seoul, però, Pyongyang ieri ha condotto esercitazioni di artiglieria, in quella che sembra una risposta all'Ulchi Freedom Shield (UFS), una grande esercitazione militare congiunta tra Corea del Sud e Stati Uniti in programma per il 18 agosto. L'agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA ha riferito che le esercitazioni miravano a "perfezionare la capacità di combattere una guerra e la prontezza di battaglia dell'intero esercito".

Il ministero dell'Unificazione della Corea del Sud ha dichiarato che le recenti manovre del Nord non sembrano essere su larga scala, citando il numero ridotto di armi impiegate e l'assenza del leader Kim Jong Un, che spesso supervisiona tali manovre. Questa interpretazione suggerisce che, pur volendo lanciare un avvertimento, Pyongyang stia agendo con una certa cautela, senza voler far deragliare completamente le recenti aperture di dialogo.

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