12/04/2023, 14.04
COREA DEL SUD
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Seoul: denunce per bullismo peseranno su test di ammissione all'università

La misura entrerà in vigore dal 2026 mentre continuano a dilagare le violenze scolastiche. I comitati di prevenzione presenti nelle scuole spesso sono inefficaci. Un recente studio ha dimostrato che i casi si riducono con un approccio di cura riducendo la competizione.

Seoul (AsiaNews) - Dal 2026 gli atti di bullismo compiuti dagli studenti sudcoreani avranno un impatto negativo sul processo di ammissione all’università. Lo ha deciso oggi il governo di Seoul nel tentativo di combattere la violenza scolastica: i documenti disciplinari sui casi gravi verranno conservati per il doppio del tempo arrivando a quattro anni, portando svantaggi anche in termini occupazionali.

La decisione è stata approvata durante una riunione di governo presieduta dal primo ministro Han Duck-soo, dopo che a febbraio l’ufficio presidenziale aveva annullato la nomina di Chung Sun-sin a nuovo capo dell’Ufficio indagini della polizia perché il figlio aveva commesso atti di bullismo a scuola.

È stata la serie Netflix “The Glory” ad aver riacceso i riflettori su questo fenomeno, in realtà molto diffuso nelle scuole sudcoreane. Nel telefilm un’insegnante di scuola elementare cerca vendetta contro gli ex compagni di classe che la bullizzavano quando era ragazzina, spesso con pratiche anche molto violente, bruciandole la pelle con la piastra per capelli o graffiandole il petto con una spilla balia. Si tratta di una storia vera, avvenuta nel 2006 in una scuola media femminile di Cheongju, nella provincia di Chungcheong settentrionale. La scuola aveva inserito i bulli in una lista di controllo senza intraprendere ulteriori azioni, mentre la vittima ha continuato a sopportare i traumi anche molti anni dopo.

Nonostante la Corea del Sud abbia introdotto un regolamento per la prevenzione contro il bullismo nel 2004, il fenomeno continua a dilagare: dal 2013 il numero di casi di bullismo è andato aumentando, passando da 11.749 a 31.130 nel 2019. Il dato è sceso durante la pandemia, per salire di nuovo a oltre 15mila casi nel 2021. In circa il 50% delle segnalazioni si è trattato di violenze fisiche, ma anche le violenze verbali sono più che raddoppiate negli ultimi anni.

Gli atti di bullismo sono gestiti internamente dalle autorità scolastiche, mentre i casi più gravi vengono delegati comitati di prevenzione, la cui azione però non è considerata efficace, perché sono perlopiù composti da genitori, insegnanti e funzionari governativi che spesso non hanno competenze legali. “Molti dei professionisti spesso non partecipano alle riunioni del comitato perché è una posizione non retribuita", ha detto al Korea Times Park Keun-byeong, presidente dell'Unione degli insegnanti delle scuole di Seoul. “Di solito sono impegnati con i loro lavori quotidiani. Per non parlare del fatto che ce ne sono così pochi in ogni comitato”.

Lo stesso Chung Sun-sin aveva rifiutato di riconoscere la cattiva condotta del figlio nonostante questo fosse stato accusato dal comitato di prevenzione della propria scuola e gli fosse stato ordinato il trasferimento. Solo dopo una sentenza della Corte suprema era stato costretto ad ammettere che il figlio avesse compiuto atti di bullismo.

Il fatto che i comitati non abbiano un’autorità legale costringe le vittime a portare la questione davanti a un tribunale. Ma in questo caso la strategia di chi ha commesso violenze è quella di prolungare la questione affinché le loro azioni non vengano registrate nei documenti ufficiali della scuola, mentre vittima e carnefice spesso continuano a frequentare la stessa classe. Online sono diffusi gli annunci di avvocati disposti a difendere i bulli in aula.

Di recente uno studio condotto in 48 classi di Seoul ha dimostrato che per gli insegnanti è possibile creare un clima contro il bullismo utilizzando un approccio di cura verso gli altri e riducendo la competizione tra gli studenti. Nell’arco di 18 settimane i casi di violenza scolastica si sono ridotti e secondo i ricercatori guardare alla classe nel suo insieme risulta più efficace rispetto all’attenzione sul comportamento del singolo bullo.

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