10/07/2006, 00.00
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Sepolto Hrawi, il presidente libanese che chiese il fraterno aiuto siriano

Considerato responsabile dell'avallo dell'occupazione siriana, gli viene comunque riconosciuto l'impegno per la riunificazione del Paese.

Beirut (AsiaNews) – Salutato da 21 colpi di cannone, è stato sepolto ieri nella natia Zahle, nella Bekaa, l'ex presidente libanese Elias Hrawi, morto venerdì. Figura controversa, accusato di aver accolto la dominazione siriana – Assad in un telegramma ne ha lodato "la sincerità" nei rapporti con Damasco - ma del quale il cardinale Nasrallah Sfeir ha detto che seppe riunificare il Paese, "a costo della vita" e pose fine alla guerra civile.

Cristiano maronita, Hrawi, che era nato il 3 settembre 1926 in una famiglia con 19 figli, lui stesso padre di cinque figli, deputato dal 1972, era arrivato alla carica di capo dello Stato dopo l'assassinio del presidente Rene Mouawad, nel 1989, in piena guerra civile. Ci restò fino al 1998. Fautore degli accordi di Taeff, che misero fine alla guerra civile, nel 1990 invocò l'intervento siriano come "forza araba d'aiuto'' e nel 1991 firmò un "Trattato di fratellanza, coordinamento e collaborazione" con Damasco, di fatto avallando la presenza dell'esercito siriano, rimasto nel Paese dei cedri fino al 2005.

Hrawi è stato ricordato da Ghassan Tueini nell'editoriale di An Nahar, come "Il Presidente della Sfida Repubblicana". Il padre  di Gebran Tueini, il deputato ucciso il 12 luglio dell'anno scorso, definisce Hrawi, "il presidente che è stato eletto senza la presenza di una Repubblica, senza palazzo presidenziale, anche senza una vera Costituzione", che "di fronte a tale realtà è stato costretto ad inventare dei poteri". Elias Hrawi "ha ricevuto il pesante incarico da un presidente ucciso e sarà ricordato - conclude Tueini - come il presidente che ha potuto affrontare la sfida dell'assenza della Repubblica con la fondazione di una Repubblica, che ha il suo palazzo presidenziale ristrutturato, un esercito unificato e delle Costituzioni Applicate".

Dal canto suo, il giornalista Abib Chlouk, parlando con AsiaNews della figura del presidente Hrawi sostiene che, malgrado tutto, rimane nella mente e nella storia del Libano. Egli ha anche ricordato che nella sua autobiografia "La coscienza del Libano" lo stesso Hrawi afferma "la necessità di istaurare rapporti veri e mutui tra il Libano e la Siria, per poter ricostruire una pace durevole nei due paesi".

Nella chiesa di San Giorgio, ove si sono svolti i funerali, mons. Youssef Tawk, segretario dell'Assemblea dei vescovi maroniti, ha letto l'orazione funebre del patriarca Sfeir, negli Usa per una visita pastorale. Nell'orazione si ricordano le "circostanze drammatiche" nelle quali avvenne l'elezione di Hrawi alla presidenza della Repubblica, e il fatto positivo che "la sua ossessione era unificare il Libano e lo Stato".

Al rito, accanto al successore di Hrawi, l'attuale presidente Emile Lahoud, e alle rappresentanze istituzionali e politiche libanesi, numerosi i rappresentanti di capi di Stato. Tra loro il ministro siriano per Affari presidenziali Ghassan al-Lahham, il primo dirigente di Damasco ad entrare in Libano dopo il ritiro delle truppe siriane dell'aprile 2005, che ha espresso il "profondo dolore" del presidente Assad. (YH)

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