11/01/2013, 00.00
PAKISTAN
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Serie di attentati in Pakistan, oltre cento morti. Obiettivo la minoranza sciita

Il Balochistan, dove si è registrato il maggior numero di vittime, ha dichiarato tre giorni di lutto. Strage in una sala da biliardo a Quetta: 81 morti e 120 feriti, in maggioranza sciiti. In precedenza colpito un mercato. Dietro gli attacchi gruppi estremisti sunniti. Ferma condanna del segretario delle Nazioni Unite.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - Il Balochistan osserverà tre giorni di lutto, per commemorare le vittime della serie di attentati che hanno investito Quetta, capoluogo della provincia sud-occidentale pakistana, confinante con l'Afghanistan. Il maggior numero di vittime causato da una doppia esplosione in una sala da biliardo: 81 i morti e altri 120 feriti, alcuni dei quali in modo grave. In precedenza, una bomba è esplosa all'interno di un mercato uccidendo 11 persone e ferendone altre 27. Sempre ieri a Mingora, nella Swat Valley, nel nord-ovest del Paese, sono morte 21 persone (80 i feriti) nello scoppio di un potente ordigno.

Il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha condannato con forza gli attacchi multipli e il perdurante clima di violenza in Pakistan. L'attentato alla sala da gioco è avvenuto in un'area di Quetta abitata in maggioranza da sciiti ed è stato rivendicato dal gruppo estremista sunnita Lashkar-e-Jhangvi. Il precedente attacco al mercato sarebbe invece opera dello United Baloch Army, che si è attribuito la paternità del gesto.

La strage ha scosso il Paese, destando sgomento e ira, sebbene in Pakistan - nazione a stragrande maggioranza musulmana sunnita - sia ormai cronaca quotidiana l'esplosione di bombe o violenze contro gruppi minoritari, fra cui gli sciiti. Per i media locali si è trattato di un vero e proprio "bagno di sangue".

Esperti di politica pakistana parlano di attacco di matrice confessionale, con obiettivo la comunità sciita. Un fenomeno in continua crescita nel Paese e che, solo lo scorso anno, ha fatto registrare oltre 400 morti. Attivisti e gruppi pro diritti umani puntano il dito contro il governo, "complice" delle stragi perché "incapace" di garantire la sicurezza e "proteggere la popolazione" dalle violenze dei gruppi militanti sunniti.

Il Balochistan è una provincia caratterizzata tanto dalla lotta separatista interna, quanto da violenze confessionali tra sunniti e sciiti. Nei pressi del confine afghano vi è anche una nutrita presenza di gruppi talebani, anch'essi autori di stragi e attacchi. Un alto funzionario del governo di Islamabad, dietro anonimato, ha spiegato alla Bbc che gli attentati sono "la reazione" a due episodi di cronaca avvenuti il 9 gennaio: l'uccisione di un leader religioso sunnita e il sequestro di armi e munizioni in un bunker usato - con molta probabilità - dai militanti di Lashkar-e-Jhangvi. 

 

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