23/08/2023, 12.06
SRI LANKA
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Siccità in Sri Lanka devasta terreni agricoli e alimenta il bracconaggio

di Arundathie Abeysinghe

Almeno 13 i distretti coinvolti nel Paese e 50mila acri di campi sono andati distrutti, in particolare le risaie. Timori per una impennata dei prezzi, in molti già cercano alimenti di fortuna per sfamarsi. Il governo respinge l’ipotesi di risarcimenti e aspetta le piogge di ottobre. Trafficanti avvelenano i pozzi per rivendere gli animali catturati e uccisi. 

Colombo (AsiaNews) - A causa della recente siccità, almeno 13 distretti del Paese sono stati colpiti da una grave carenza idrica e 50mila acri di terreni agricoli, tra cui risaie e campi coltivati, sono andati distrutti. Con il calo della produzione di riso, si prevede una carenza in futuro di un alimento base della dieta nazionale, mentre i prezzi saranno destinati ad aumentare in modo consistente. Ad oggi non sembra necessario avviare una importazione urgente di riso; tuttavia il governo potrebbe essere costretto a farlo nei prossimi mesi, mentre i produttori approfitteranno delle riserve limitate del Paddy Paddy Marketing Board per un rincaro generale che andrà a incidere sul consumatore finale, già in difficoltà per la crisi economica.

Secondo alti funzionari del ministero dell’Agricoltura ”le stime sui danni alle colture aumentano di giorno in giorno, poiché i raccolti vengono distrutti a causa del caldo e della scarsità di acqua”. Al momento, spiegano i responsabili, “non ci troviamo di fronte a una carenza di cibo, poiché le scorte presso i mugnai e gli agricoltori sono sufficienti a sfamare il Paese, ma potremmo essere costretti a importare riso entro la fine dell’anno”. Poiché India e Cina hanno smesso di esportare riso, avvertono, “ci troveremo di fronte a un grave problema. Al momento non ci sono piani in tal senso. Il governo deve prendere provvedimenti per risolvere il problema”.

Interpellato da AsiaNews l’economista Senarath Manatunga spiega che “gli agricoltori hanno ripetutamente chiesto un risarcimento per i raccolti danneggiati. Molti di loro hanno coltivato dopo aver ottenuto prestiti bancari e non sono in grado di pagarli, né di gestire le spese domestiche. Di recente, in diverse aree i contadini hanno dato fuoco alle colture danneggiate, anche se questo non risolve il problema”.

Ciononostante, il ministro dell’Agricoltura Mahinda Amaraweera ha già informato che non saranno concessi risarcimenti agli agricoltori che hanno dato fuoco a risaie, paglia e colture appassite. Di fronte alla scelta dei contadini di dar fuoco alle colture per ricevere compensi, dal governo fanno sapere che “non saranno versati risarcimenti per terreni dati alle fiamme”. Nel mirino anche i responsabili che non hanno saputo valutare, e rispondere per tempo, alla situazione di criticità a causa della siccità. Il Dipartimento di Meteorologia ha previsto forti piogge tra ottobre e novembre, da qui il “consiglio” a contadini e imprenditori agricoli di puntare sulla prossima stagione.

Al momento gli abitanti dei distretti di Anuradhapura e Polonnaruwa scavano ed estraggono radici di loto dai bacini idrici prosciugati per sfamarsi, perché le scorte di riso disponibili sono troppo costose. Nel frattempo, in diverse aree scarseggia l’acqua potabile. Il dipartimento per l’Irrigazione ha avvertito che dopo aver rilasciato acqua per 900mila acri di risaie per la prossima settimana, la situazione sarà destinata a peggiorare in futuro. I livelli dei serbatoi principali rimarranno al di sopra del 20%, mentre quelli più piccoli in aree come Kurunegala caleranno al di sotto del 10%. Il Centro per la gestione dei disastri (Dmc) ha fornito 140 cisterne portatili di acqua potabile a coloro che dipendono dai serbatoi.

Nishantha Kahandgama e Upul Mediwaka, funzionari nel settore della fauna selvatica, segnalano un ulteriore problema legato alla crisi idrica: “I bracconieri - spiegano - stanno sfruttando la siccità prevalente per uccidere gli animali avvelenando le pozze di acqua” e trafficarli, come emerge da prove riscontrate nel Parco Nazionale di Yala, il secondo parco più grande dell’isola e che si affaccia sull’Oceano Indiano. “Sono state trovate carcasse di animali uccisi per avvelenamento e dobbiamo trovare i sospetti. Questi bracconieri - concludono - hanno inviato la carne avvelenata in molte aree” e ciò potrebbe rappresentare “una minaccia per la salute o la vita di chi la consuma. I bracconieri prendono di mira soprattutto i turisti locali e chiediamo alle persone che vivono nei villaggi confinanti di informarci se sono venute a conoscenza di persone coinvolte nel racket”. 

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