16/10/2018, 08.28
CINA-VATICANO
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Simposio di AsiaNews: Giovani cattolici in Cina, soffocati dal lavoro e dallo studio in una società atea

di Ruohan Shen Fu

In un contributo al Simposio e al Sinodo dei giovani, un sacerdote della Cina centrale, presenta il quadro dell’evangelizzazione dei giovani in Cina: l’urbanizzazione dei migranti, che allontana dalla fede; le chiese rurali che si svuotano; la “confusione” della vita in città. I genitori sono i veri catechisti.

Xian (AsiaNews) - L’educazione e l’economia sono fattori importanti che influenzano il progresso umano e sociale. Ma questi due fattori sono divenuti due importanti nemici e produttori di una crisi di fede.

Anzitutto l’educazione. In questi anni, l’istruzione è divenuta davvero un carico pesante per i ragazzi cinesi. Essi studiano a scuola, dopo la scuola, hanno insegnanti a casa per lezioni private e i compiti… Nei giorni di vacanza partecipano a lezioni di vario interesse, come danza, pianoforte, arte e altri corsi. In teoria, ogni hanno essi hanno due mesi di vacanza. Ma per i ragazzi, il tempo reale di riposo è al massimo una settimana: il resto del tempo è tutto dedicato all’istruzione. E questa settimana è solo per i ragazzi delle scuole elementari. Quando essi vanno alle scuole medie, per essere ammessi a una buona scuola superiore e all’università, il loro tempo è tutto occupato dall’imparare. Essi cominciano le lezioni presto al mattino e non lasciano la scuola fino alle 10 di sera. Vacanza quasi impossibili. E purtroppo, alla fine, non sono molti ad accedere all’università.

In questo background educativo, coltivare la fede è davvero difficile. E per un solo motivo: l’apprendimento è molto impegnativo e non c’è tempo per andare in chiesa. Il fatto preoccupante è che questa è un’età molto importante per coltivare la fede, ma i ragazzi cinesi cattolici la stanno perdendo. Se poi si aggiunge il fatto che il governo proibisce ai minori di 18 anni di entrare in chiesa, la situazione diviene ancora peggiore.

Nei bollettini di molte chiese cinesi appaiono notizie di molti ragazzi e giovani che partecipano ad attività ecclesiali in chiesa. Ma queste notizie non sono rappresentative della situazione e molto incomplete.

E questo perché, via via che la Cina si sviluppa e aumenta l’urbanizzazione, molti bambini e giovani dalle campagne vanno a scuola e lavorano in città. Perciò, il numero delle persone che vanno nelle chiese in città sembra aumentare di molto, ma in effetti essi sono i figli dei contadini che sono migrati in città.

In conclusione, la situazione delle chiese rurali in Cina è molto tragica: giovani, ragazzi e bambini sono sempre meno. E anche se questi giovani e bambini vanno in città, le possibilità per loro di essere educati alla fede non sono molto ottimiste. Per motivi economici, è divenuto quasi eroico per questi giovani poter partecipare alla messa della domenica.

 

Parliamo ora dell’economia. Con l’accresciuta urbanizzazione della Cina, un gran numero di persone dalla campagna va nelle città a trovare lavoro [si parla di quasi 200 milioni di persone-ndr]. Tutti sappiamo che la Cina è un Paese ateo e che l’educazione alla fede è quasi zero. I giovani che lavorano vedono che i loro padroni non hanno alcuna considerazione per la loro fede. Perciò, molti membri di parrocchie, che erano impegnati nelle attività, specie i giovani, hanno sempre meno cura per la loro fede, a causa del lavoro. Se si aggiunge la pressione a sposarsi, a comprare una casa, ecc.., molti giovani non hanno nemmeno il tempo di pensare e di prendersi cura della propria fede.

Allo stesso modo, i bambini che vanno in città, siccome i loro genitori devono preoccuparsi del salario fino a stancarsi, non hanno tempo per istillare la fede nei figli, per cui si può immaginare che tipo di fede possono avere i loro figli.

In tal modo l’entusiasmo dei fedeli si spegne sempre di più e a poco a poco si allontanano dalla chiesa. Così un mucchio di giovani credenti divengono dei fedeli nelle vacanze: quando sono in vacanza o in riposo, hanno la possibilità di andare in chiesa.

È per questo che molte chiese rurali sono piene solo durante le feste del Capodanno cinese. Dopo ciò, rimangono solo qualche vecchio e qualche bambino.

In questa situazione, come coltivare la fede dei giovani?

Messo di fronte a questi problemi, io, come sacerdote in una parrocchia rurale, per prima cosa devo poter sfruttare anche il loro tempo limitato. Quando giovani e ragazzi hanno tempo, faccio del mio meglio per organizzare qualcosa e invitarli a partecipare in qualche attività ecclesiale, per tenerli legati alla fede.

Ad esempio, durante le brevi vacanze, specialmente quelle del Capodanno e le vacanze d’inverno e d’estate dei bambini. Se possibile, cerco di organizzare alla domenica delle classi di catechismo per i più piccoli. Ciò è importante e necessario.

Ma è anche necessario sostenere la fede dei genitori. Poiché i loro figli sono sempre meno in contatto con la chiesa a causa degli studi e del lavoro, spingere i genitori a “rieducare” i figli è urgente: perché almeno loro, hanno qualche opportunità in più, rispetto al sacerdote, di essere in contatto con loro.

Come terza cosa, occorre chiedere ai vescovi cinesi e ai sacerdoti che vivono in città di porre attenzione non solo ai loro rapporti e ai loro problemi economici, ma anche al crescente numero di membri della comunità cattolica rurale migrati in città, dato che la loro fede diminuisce mentre cresce l’urbanizzazione.

La Cina cresce sempre più velocemente, e la Chiesa cinese cresce in tanti aspetti. Ad ogni modo, i sacerdoti che vivono a contatto coi livelli più bassi della Chiesa in Cina, comprendono in profondità che la fede dei giovani non solo subisce sfide, ma rischia di essere eliminata.

Dal nostro punto di vista, quando questi giovani e ragazzi arrivano in città, sebbene il numero di chiese nelle città sia aumentato, la loro istruzione nella fede non è perfetta e poca gente si preoccupa di loro: sono trattati come stranieri.

Così, questi giovani non solo si trovano di fronte a grandi crisi e sfide nella loro fede, ma si sentono anche confusi sulla vita nelle città.

D’altra parte, essendo dentro la società cinese, essi accettano l’educazione atea, insieme alla propaganda politica e alle pressioni politiche. In tal modo, sempre più giovani abbandonano la fede e decidono di perseguire gli ideali di una vita materialistica, gettando via la loro natura umana. Per essi, questo diventa il valore e il significato della vita. E io penso che questo sia il dramma più grande della gioventù cinese.

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