Siria, il ritorno dei cristiani a Ghassanieh
Nella Valle dell'Oronte - dopo quattordici anni di assenza fozata per via dell'occupazione delle milizie islamiste che in questo villaggio uccisero anche p. François Mourad - le famiglie cristiane hanno riavuto le loro case e loro terre. Il Custode di Terra Santa padre Ielpo: "Ogni autentica ricostruzione si fonda sulla forza della fede e sulla potenza del perdono".
Milano (AsiaNews) - Proprio nelle stesse ore in cui i riflettori del mondo erano accesi sul viaggio negli Stati Uniti del presidente ad interim Ahmed al Sharaa, le comunità cristiane del nord della Siria hanno vissuto un giorno molto importante: l'8 novembre, infatti, dopo quattordici anni di assenza forzata per via dell’occupazione dei gruppi armati islamisti, le famiglie cristiane hanno potuto fare ritorno alle loro case e alle loro terre nel villaggio di Ghassanieh.
Si tratta di una delle storiche comunità della Valle dell’Oronte, luoghi dove la Chiesa ha radici antichissime: i cristiani qui amano definirsi i discendenti di san Paolo, perché l’apostolo deve per forza essere passato da queste colline nel suo tragitto da Gerusalemme ad Antiochia. Ma sono anche le comunità che hanno più sofferto la persecuzione dopo il 2011, quando in queste aree si insediarono le milizie islamiste nella lunga guerra contro il regime di Bashar al Assad. Il convento di Ghassanieh, in particolare, è stato il luogo del martirio di padre François Mourad, religioso siriano ucciso il 23 giugno 2013 mentre con i frati della Custodia francescana di Terra Santa prestava servizio pastorale e assistenza ai profughi.
Alla luce di tutto questo si capisce perché il ritorno ufficiale dei cristiani al villaggio l’8 novembre 2025 resterà un giorno da ricordare per questa comunità. La cerimonia ha avuto anche un significativo respiro ecumenico: accanto al vicario apostolico di Aleppo, mons. Hanna Jallouf - che è originario proprio della Valle dell’Oronte e da sacerdote aveva svolto il suo ministero in questi villaggi - erano presenti anche il vescovo greco ortodosso di Lattakia, Athanasius Fahed, e il pastore presidente del Sinodo evangelico di Siria e Libano, Ibrahim Nuseir, in rappresentanza di tutte le comunità cristiane di Ghassanieh.
“In questo giorno di grazia sentiamo risuonare le parole del profeta Isaia: ‘Ritornate alla vostra terra con gioia, e i vostri occhi vedranno la consolazione’ (Is. 51,11) - ha scritto il Custode francescano di Terra Santa, fra Francesco Ielpo, in un messaggio che è stato letto a suo nome da padre Bahjat Karakash -. Questo ritorno è segno di una rinascita comunitaria, della forza della fede e della potenza del perdono, su cui si fonda ogni autentica ricostruzione. Che la luce del Cristo risorto, nostra vera Pace - conclude il Custode - сontinui a illuminare la Siria e tutte le terre affidate alla nostra custodia, e renda fecondo il nostro ministero di pace e riconciliazione".
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