12/04/2012, 00.00
SIRIA
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Siria, sembra tenere il cessate il fuoco fra regime e ribelli

Il responsabile del Syrian Human Rights Observatory sottolinea che la situazione è calma in tutta la regione. Il cessate il fuoco proposto da Onu e Lega araba è iniziato alle 6 di questa mattina (ora locale). In caso di violazione, esercito e Free Syrian Army minacciano la ripresa delle ostilità. Ieri, si sono registrati scontri a Homs e in altre città del Paese.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - La Siria dà il via al cessate il fuoco proposto da Kofi Annan, inviato di Onu e lega Araba. L'ultimatum è scaduto questa mattina alle 5 (ora locale). Secondo Rami Abdel Rahman, responsabile del Syrian Human Rights Observatory,  "la situazione è calma in tutta la regione". La decisione del regime di Bashar al Assad giunge dopo un mese di pressioni da parte della comunità internazionale, soprattutto la Russia. Nelle scorse settimane, lo storico alleato del governo siriano ha cercato più volte di convincere Assad ad accettare il piano di Annan per evitare un'azione militare in stile Libia promossa da Arabia Saudita e Qatar.

In una lettera inviata ad Annan, Ahmad Fawzi, portavoce del ministro degli Esteri siriano Walid al-Moualem, ha confermato che l'esercito ha cessato le ostilità alle 6 di questa mattina (ora locale). Egli sottolinea però che le truppe risponderanno a qualsiasi attacco dei ribelli, che da parte loro si riservano il diritto di reagire alle provocazioni del regime. Ieri, Ayham al-Kurdi portavoce del Free Syrian Army ha espresso le sue perplessità sugli effetti reali di un cessate il fuoco. "Nessuna delle due parti - ha affermato - ha intenzione di fermare le violenze. Se il regime smette davvero di sparare il popolo siriano marcerà verso il palazzo presidenziale". "Per questa ragione - continua - l'esercito non terminerà mai la sua offensiva".    

 Il piano di pace Onu-Lega araba è l'ultima possibilità di portare la pace in Siria. Diviso in sei punti esso prevede la fine delle violenze, l'applicazione progressiva di un cessate il fuoco, la fornitura di aiuti umanitari, il rilascio delle persone detenute senza processo, la libera circolazione ai giornalisti, l'avvio di un dialogo politico fra governo e opposizione. Tuttavia secondo gli esperti la sua attuazione rimane precaria.

Ieri, a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum, si sono registrati scontri a Homs, Deraa e a ovest di Damasco. Fonti ribelli denunciano la morte di oltre 30 persone.  

Dopo un anno di scontri,  il bilancio della guerra fra regime siriano e Free Syrian Army è di 9mila vittime e decine di migliaia di sfollati, secondo dati Onu. Il governo Assad sostiene invece che i morti sono  3.838:  2.493 civili e 1.345 fra militari e forze di sicurezza.   

 

 

 

 

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