10/10/2011, 00.00
KAZAKISTAN
Invia ad un amico

Sospeso il Partito comunista kazako: ha appoggiato uno sciopero

Lo Stato deciso a stroncare i lavoratori del petrolio in sciopero da mesi: carcere e sanzioni per chi osa sostenerli. Nell’indifferenza mondiale, la situazione degli operai è ormai drammatica, molti mancano di che vivere, mentre c’è un suicidio e omicidi “ad opera di ignoti”.
Almaty (AsiaNews/Agenzie) – Sospese per 6 mesi tutte le attività del Partito comunista kazako (Pck) perché ha fondato un gruppo per sostenere il prolungato sciopero dei lavoratori petroliferi. Intanto la leader statale dell’energia KazMunaiGaz (Kmg) non cede e si fa sempre più drammatica la situazione dei lavoratori in sciopero.

Il Tribunale di Almaty il 4 ottobre ha condannato il Pck per violazione della legge sulle pubbliche organizzazioni, perché ha creato il movimento Fronte del Popolo, gruppo privo di riconoscimento, per monitorare lo sciopero dei lavoratori della statale Kmg in atto da maggio nell’occidentale provincia di Manghystau.

Ghaziz Aldamzharov, leader del Pck a sua volta condannato a una forte multa, parla all’agenzia Radio Free Europe di decisione “politica” contro il sostegno alla protesta.
Nel Kazakistan post-sovietico, dominato dal presidente Nursultan Nazarbayev, il Pck è tra i maggiori partiti d’opposizione e questa sospensione potrebbe preludere a un’esclusione dalle votazioni del 2012.

Intanto si fa sempre più drammatica la situazione delle migliaia di lavoratori degli impianti delle ditte Qarazhanbasmunai e OzenMunaiGaz (Omg) a Manghystau, in sciopero da 5 mesi per chiedere migliori salari e condizioni di lavoro e la creazione di sindacati indipendenti. La controllante Kmg, forte del sostegno statale e dell’indifferenza mondiale, rifiuta qualsiasi concessione e il 6 ottobre ha dichiarato “false” le voci di trattative per la riassunzione di 989 lavoratori licenziati per avere scioperato. Timur Kulibaev, genero di Nazarbaev, ha commentato che lo sciopero “ha violato le leggi sul lavoro”.

L’avvocato Natalya Sokolova, leader sindacale in prigione da mesi, ad agosto è stata condannata a 6 anni di carcere per “istigazione al disordine sociale”, condanna confermata in un veloce appello a fine settembre. Anche numerosi scioperanti sono sotto processo per “avere organizzato riunioni di massa senza autorizzazione”.

Centinaia di famiglie degli scioperanti mancano ormai persino da mangiare. Il 3 ottobre si è impiccato Abai Abenov, elettricista di 30 anni dipendente della Omg in sciopero sin dall’inizio. In precedenza Saule Qarabalaeva, figlia di 18 anni del leader attivista Qudaibergen Qarabalaev, scomparve il 21 agosto e fu trovata morta dopo alcuni giorni. Sempre ad agosto l’attivista Zhaqsylyq Turbaev è stato ucciso da “ignoti”.

Buona parte dei 10mila lavoratori scesi in sciopero a maggio sono tornati al lavoro. Altri resistono, con il sostegno economico di gruppi volontari: dicono che non vogliono proseguire a vivere “come schiavi”. 
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Prosegue e si espande la protesta dei lavoratori kazaki
02/07/2011
Sciopero di operai petroliferi, si profila un duro confronto con lo Stato
06/06/2011
Calma tesa e scioperi in Kazakistan, dopo 3 giorni di scontri e morti
19/12/2011
Nuovi scioperi e manifestazioni in Kazakistan
11/02/2022 09:04
Astana, proteste contro il cambio di nome della capitale: arrestate 20 persone
22/03/2019 08:51


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”