25/03/2010, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, l’industria politica al servizio di un regime totalitario

di Sunil Ranasinghe*
Un antropologo e scrittore descrive la realtà odierna del Paese asiatico, caratterizzata da propaganda e slogan ispirati al patriottismo per mantenere il potere. Mancano libertà di pensiero; gli oppositori vengono incarcerati e condannati con false accuse. Il potere è accentrato nelle mani di una stretta cerchia che soffoca la nazione.
Colombo (AsiaNews) – Lo Sri Lanka vive una fase di pace apparente dopo tre decenni di guerra fra l’esercito governativo e i ribelli delle Tigri Tamil, nel nord del Paese. Tuttavia, le recenti elezioni presidenziali hanno sollevato il problema della libertà di pensiero, di parola, di lotta politica fra rivali di opposte fazioni.
 
Il voto si è concluso con il trionfo del presidente uscente Mahinda Rajapaksa e l’arresto dello sfidante, Sarath Fonseka, generale dell’esercito e protagonista della sconfitta dei ribelli tamil. Egli ha lanciato accuse di brogli, grazie ai quali Rajapaksa ha riconquistato la guida del Paese. In risposta, il Capo dello Stato ha disposto l’arresto del rivale, che ora è sotto processo.
 
Sulla situazione politica e sociale dello Sri Lanka AsiaNews pubblica un’analisi dell’antropologo e scrittore Sunil Ranasinghe.
 
I guerrieri non sono una creazione del popolo, l’arte della politica appare su cartelloni pubblicitari giganteschi ai margini della strada, essi influenzano le persone perché li accettino come salvatori della patria, è una strategia da regime totalitario. Gobbels, Ministro della propaganda del regime nazista di Adolf Hitler, ha reso popolare questo effetto psicologico durante la Seconda guerra mondiale: “Le falsità ripetute migliaia di volte, diventano una verità”. Ed è in base a questa ricetta fascista che le elite del regime usano la carta stampata e i media elettronici  per colonizzare la mente delle persone nell’ottica di un falso patriottismo. Questa è la realtà sovraeccitata di uno Stato totalitario, in cui l’arte politica getta passioni di lungo corso come il cinema, lo sport e le stelle dello spettacolo nel bidone della spazzatura politico, convertendoli in panegiristi di regime.
 
La guerra in Sri Lanka è stata una guerra di propaganda, a largo consumo di un falso patriottismo, per mantenere la reputazione di un leader scaltro, la società sotto il controllo di mercenari, mettendo a tacere tutte le voci che resistevano contro un sistema brutale, “tutto è dentro lo Stato, niente al di fuori dello Stato, niente contro lo Stato”.
 
Non esiste un affare a livello commerciale più redditizio dell’industria della politica, tale sistema apre uno spazio immenso ai più grandi sfruttatori della guerra per scalare la piramide del potere e giungere alla vetta. I leader di un regime che accentra il potere sono considerabili alla stregua di banditi, appartenenti alla stretta cerchia della classe capitalista, con trafficanti, persone che riciclano il denaro sporco e scommettitori che siedono accanto a loro per sfruttare il bene comune.
 
La crisi economica e le rivolte sociali sono disastri umani di avidi politicanti; proteste organizzate e repressioni sono solo strumenti del sistema. Se il regime totalitario sospetta che non sei schierato con forza dalla sua parte, minaccia di ucciderti e monta false prove e accuse contro di te per imprigionarti, senza alcuna procedura legale, spazza via i diritti umani e il vero significato della democrazia. Nel contesto di una cospirazione straniera, i falsi patrioti emergono dalla superficie con zelo religioso e calma apparente, ma nel profondo sono i più ipocriti e corrotti.
 
Il totalitarismo ha schiacciato la popolazione perché si schierasse a fianco dell’ideologia ufficiale e il regime ha profuso sforzi ancora maggiori per controllare in maniera virtuale tutti gli aspetti della vita sociale inclusa l’economia, l’educazione, l’arte, le scienze, la vita privata e la morale della gente, l’ideologia ufficiale propagandata penetra in ogni minimo aspetto della società. La sua ambizione è totale.
 
Lo Sri Lanka soffre sotto un controllo totale e un doloroso isolamento causato da un falso patriottismo; lo Stato totalitario ha sciolto tutti i gruppi etnici diffondendo sospetto e odio fra la gente, ha bloccato la libertà di espressione, in seguito alla promulgazione della Legge antiterrorismo (Pta Act) gli oppositori al regime e gli attivisti sono vittime di sequestri, condotti in centri di detenzione e condannati con false accuse.
 
Le forze di sicurezza agiscono come banditi e bestie selvagge. Il regime totalitario ha lanciato una campagna di terrore contro la sua stessa nazione. “Sotto il regime totalitario, è come se uno fosse costretto a condividere la stessa stanza con un uomo insano di mente”. In Sri Lanka, stiamo affrontando l’esperienza di un miracolo dell’industria politica.
 
* Sunil Ranasinghe è un giornalista freelance, scrittore e antropologo
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