11/04/2006, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka si avvicina il varo della legge anti-conversione

Nominati i membri del Comitato incaricato di esaminare l'ultima versione del disegno di legge; se approvato mancherà solo la votazione finale in Parlamento. Cristiani "allarmati" avvertono: se il voto non sarà segreto, difficilmente qualcuno si esprimerà contro.

Colombo (AsiaNews) – Nonostante le promesse del nuovo governo per il rispetto della libertà religiosa in Sri Lanka, va avanti l'iter per l'approvazione del "pericoloso" Bill on Prohibition of Forcible Conversion, meglio conosciuta come legge anti-conversione.

Il 5 aprile il presidente del Parlamento, Lokubandara, ha nominato i 19 membri del Comitato legislativo permanente incaricato di esaminare l'ultimo testo del disegno di legge. L'approvazione da parte della Commissione rappresenta l'ultimo passo prima della lettura finale in Parlamento e della votazione definitiva. Cattolici e minoranze religiose in Sri Lanka si dicono "allarmati" dalla notizia e chiedono al presidente Mahinda Rajapakse - eletto a novembre - di rispettare le promesse fatte ai cittadini.

Il Bill on Prohibition of Forcible Conversion, è stato proposto nel luglio 2004 dal partito di monaci buddisti Jathika Hela Urumaya (Jhu); prevede che ogni individuo debba informare della sua conversione le autorità locali entro un periodo stabilito e che "nessuno convertirà o cercherà di convertire persone da una religione all'altra con la forza o con mezzi fraudolenti". Per chi infrange la legge, la pena è la detenzione fino a cinque anni o una multa fino a 1500 dollari. La condanna arriva fino a sette anni di prigione e a una multa di oltre 5 mila dollari se i convertiti appartengono alla cosiddetta "Schedule 1", la categoria ritenuta più a rischio "conversioni forzate"; vi rientrano donne, bambini, detenuti, ritardati fisici o mentali, studenti, ricoverati di ospedali e cliniche, rifugiati, membri delle forze armate o della polizia.

A maggio 2005 il Bill on Prohibition of Forcible Conversion è stato approvato in modo parziale dal Parlamento con gli emendamenti introdotti dopo il fermo della Corte Suprema, che ad agosto 2004 ne aveva dichiarato due punti non compatibili con l'articolo 10 della Costituzione - quello che assicura la libertà religiosa e di avere o adottare una religione o un credo a propria scelta. Ora il Comitato legislativo permanente, studierà gli emendamenti proposti e passerà  il testo al Parlamento.

Esponenti della comunità cristiana nel Paese ricordano che il 25 novembre, in un suo discorso ufficiale, il neo eletto presidente Rajapakse aveva assicurato: "Adotteremo misure per assicurare a tutti i cittadini libertà religiosa e di coscienza, incluso il diritto di abbracciare ogni religione o fede".

Secondo alcuni analisti cristiani a Colombo, ci sono molte probabilità che la legge passi "nonostante contravvenga i principi stessi della Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo". "Il Parlamento potrebbe fermarla - avvertono gli esperti - solo se il voto sarà segreto, altrimenti nessuno avrà il coraggio di esprimersi contro". (SDS)

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