16/04/2013, 00.00
BRASILE – HONG KONG
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Suor Maria Clara: Dall’Amazzonia a Hong Kong, “l’allegria” della missione per Cristo

di Dario Salvi
AsiaNews racconta la storia di una suora del Pime, che in famiglia ha imparato il valore della fede. La catechesi ai bambini e un documentario sull’Africa le hanno aperto le porte del mondo. Nel continente asiatico vuole portare “allegria e gioia” della sua terra. Sulle orme di papa Francesco, il Sud-America si apre alla missione “ad gentes”.

Roma (AsiaNews) - "Asia?! Non ci avevo mai pensato, ma se Dio mi vuole inviare in questo continente rispondo... Eccomi!". Così suor Maria Clara de Souza Pires, Missionaria dell'Immacolata (Pime) di origini brasiliane, ha accolto la notizia nel giorno di Pentecoste del 2012,della sua futura destinazione: Hong Kong. La religiosa (nella foto con il vescovo di Parintins)  è nata il 6 giugno 1983 a Parintins, nello Stato dell'Amazzonia, in Brasile, da una famiglia "profondamente cattolica" che le ha trasmesso la fede sin da piccola. "A 15 anni ho cominciato ad aiutare nella catechesi dei bambini - racconta - ed è stato in quel periodo che ho sentito il desiderio di essere missionaria".

Poco dopo arriva un documentario sull'Africa, sulla guerra che si combatte in uno dei tanti Paesi del Continente, e che segna in modo indelebile il suo percorso: "Quelle immagini non mi sono più uscire dalla mente, mi hanno fatto riflettere sulla mia vita". Completati gli studi superiori e guardando all'esempio dei missionari del Pime (Pontificio istituto missioni estere) in Brasile, capisce di aver individuato "la mia strada", entrando nel 2002 nella Congregazione delle Missionarie dell'Immacolata.

Oggi la religiosa sta studiando missiologia a San Paolo del Brasile, per "comprendere meglio la dinamica della missione", in questa epoca di profondi cambiamenti "sociali ed ecclesiali". Un percorso che, affiancato allo studio della lingua, la porterà entro i prossimi due anni al grande salto verso quella terra che il Beato Giovanni Paolo II ha definito "nostro comune compito per il terzo millennio".
Ecco, di seguito, l'intervista ad AsiaNews di suor Maria Clara de Souza Pires, Missionaria dell'Immacolata:

Suor Maria Clara, come ha vissuto l'elezione di Papa Francesco, il primo pontefice sudamericano della storia della Chiesa?
L'annuncio del nuovo Papa ha rappresentato un momento di grade allegria, il primo Latino Americano della storia. Penso sia stata la stessa cosa per tutti i cattolici dell'America Latina. Viviamo in un periodo di cambiamenti, di apertura al nuovo, leggiamo sui giornali gli atteggiamenti semplici e poveri che Papa Francesco assume di continuo. C'è una ferma speranza che questi atteggiamenti, possano penetrare nella vita di tutti i membri della Chiesa in tutte le parti del mondo.

Quanto è importante il ruolo della donna, laica o consacrata, nel cammino missionario della Chiesa universale?
Credo che la donna abbia un ruolo fondamentale nella missione della Chiesa, dato che la sua sensibilità femminile la conduce in luoghi e situazioni di estrema necessità. Se guardiamo ai numeri vediamo che il maggior numero di persone che partecipano alle attività ecclesiali sono donne, consacrate, mamme, studentesse, signore in pensione che condividono la loro fede dentro e fuori la comunità cattolica. Le donne si prodigano in servizi molte volte anonimi, con gesti semplici che evangelizzano, di comunione e partecipazione, dando la loro collaborazione nell'attività di annuncio del Vangelo e della vita della Chiesa.

Con quale spirito sta vivendo questo periodo di studi a Roma, in preparazione alla sua missione a Hong Kong?
A livello personale, è un periodo di ansia fortissima! Tuttavia, sono altrettanto convinta che il compito missionario, soprattutto se vissuto in un altro continente, esige da chi parte una capacita di apertura al nuovo, al diverso. Partire è come il "passaggio" del libro dell'Esodo 3, 3 -5. È togliere i sandali, per camminare nel luogo sacro sul quale Dio m'invia per condividere la fede. Hong Kong è questo luogo sacro per me. Per questo è necessario vivere in uno spirito di distacco per poter accogliere bene la missione in Asia, pur avendo dinnanzi la sfida della cultura e lingua così diverse dalla mia.

Quale realtà si aspetta di incontrate nella sua terra di missione? E quali saranno le sfide, i problemi che più la preoccupano?
Mi rendo conto che l'Asia, ma più precisamente Hong Kong, è un universo diverso dal mio che è il nord del Brasile, non solamente in ambito ecclesiale, ma anche sociale, economico, tecnologico, culturale. Circa le paure, le difficoltà, gli ostacoli, confido molto nello spirito di adattamento. In ogni caso sono di fronte a una grande sfida, poiché si tratta di un modo nuovo nel quale tenterò di vivere. Un'altra difficoltà che mi preoccupa è la lingua.

Suor Maria Clara, quale messaggio vuole lanciare a quanti - come lei - desiderano lasciare l'America Latina, il Brasile, per testimoniare il Vangelo nel mondo?
Mi piace rispondere che, in qualunque angolo del mondo, siamo sempre al cospetto dello stesso Dio che ci ama, ci invia nel Suo nome rimanendo con noi per sempre. Per questo non dobbiamo avere paura di partire e andare al di là delle frontiere. Non solo frontiere geografiche, ma uscire da noi stesse per andare incontro all'altro che è diverso, poiché viviamo in un mondo pluralista e variegato, che ci aiuta a crescere nella fede e a costruire insieme il Regno di Dio come fratelli e sorelle. Dobbiamo ricordare che la missione di Gesù è anche la nostra, spetta a noi essere oggi suoi Discepoli-Missionari.

E cosa porterà della sua terra, l'Amazzonia, nel continente asiatico?
Porto il modo semplice di essere e di vivere della mia gente, la quale mi invia a condividere la vita con il popolo cinese. Porterò la mia esperienza di Chiesa vissuta nella diocesi di Parintins e nella diocesi di Macapà, Chiese vive con le loro sfide ma anche le loro ricchezze e il loro modo di vivere il Vangelo, lo stile amazzonico di essere cristiani cattolici. Porterò anche l'allegria del popolo brasiliano. Ancora non ho una previsione sulla data della partenza ma penso che tra due anni già sarò in Cina e mi inserirò in quell'affascinante e immenso universo culturale dove Dio è presente e mi invia.

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