23/05/2007, 00.00
UZBEKISTAN
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Tashkent vuole ripristinare un controllo “sovietico” sulle religioni

Da un documento ufficiale emerge la sistematica stretta sorveglianza sui gruppi di fedeli. Punito chi fa attività missionaria o è autonomo dalle organizzazioni ufficiali. L’obiettivo è avere “comitati” di controllo in ogni quartiere, di tipo sovietico.

Tashkent (AsiaNews/F18) – Lo Stato vuole aumentare il controllo sui gruppi religiosi indipendenti, anche islamici, e impedire ogni “attività missionaria”. L’agenzia Forum 18 svela un documento ufficiale in materia religiosa. L’obiettivo sembra essere realizzare un controllo capillare nella società che ricorda l’era “sovietica”.

Secondo l’agenzia, il documento indica decisioni prese ai massimi livelli statali ad aprile circa i gruppi religiosi. Tra l’altro, indica di “dare istruzioni al rappresentante dell’Amministrazione spirituale islamica della regione” (organo islamico ufficiale) affinché, insieme al Comitato affari religiosi, operi uno “stretto e costante controllo su tutte le organizzazioni [religiose] riconosciute”. Sollecitata un’opera capillare, nelle città e nei quartieri, per impedire di “pervertire il vero islamismo” e per perseguire chi svolge attività religiosa illegale.

In pratica – osserva Forum 18 – alle organizzazioni ufficiali musulmane è chiesta la massima collaborazione con il governo e la polizia per denunciare qualsiasi attività religiosa non ufficiale e indipendente, sia islamica che di altra fede, per la ragione che possono dar luogo a “estremismo, terrorismo, perversione del vero Islam”.

Da tempo i comitati dei mahalla (distretti delle città) collaborano con la polizia per denunciare qualsiasi attività religiosa ritenuta illegale. Anche se è un organo indipendente, di fatto opera come livello di base per il controllo sull’attività sociale. Durante il processo al pastore protestante Dmitry Shestakov, funzionari del mahalla locale hanno testimoniato che ha guidato un gruppo religioso illegale e svolto attività missionaria, mostrando di averlo tenuto a lungo sotto osservazione.

Il documento dà persino indicazioni specifiche: ad esempio, dice di “istruire R. Jalilov, pastore della Chiesa di Full Gospel Christians” per programmare con N. Mamajanov, membro del Comitato per gli affari religiosi della regione di Andijan, “misure effettive per prevenire l’attività missionaria nella zona”.

Analisti osservano che il governo uzbeko vuole così realizzare un completo controllo su ogni gruppo religioso, nonostante l’art. 61 della Costituzione preveda che “le organizzazioni religiose e le associazioni sono separate dallo Stato e uguali davanti alla legge. Lo Stato non interferisce nelle attività delle associazioni religiose”.

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