14/06/2004, 00.00
FILIPPINE
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Tasse sugli sms per frenare il deficit

L'arcivescovo Cruz chiede trasparenza per i conti pubblici

Manila (Asianews) – Il governo filippino si propone di raccogliere più tasse con un'imposta sugli sms dei cellulari. Obiettivo, frenare il debito pubblico, cresciuto di 64,7 miliardi di pesos (1,17 miliardi di dollari) nei primi quattro mesi dell'anno. Entro la fine del 2004 sarà di 197,8 miliardi di pesos (3,56 miliardi di dollari). "Un piccolo piacere per la gente - mandare un messaggio a una persona lontana o vicina - ora è motivo di tasse" afferma mons. Oscar Cruz, vescovo di Lingayen-Dagupan, in un messaggio reso noto oggi. "Mandare sms era un gioco anche per i bambini, ora è un sistema per le tasse".

Le Filippine sono il paese al mondo con il maggior numero di sms inviati in un giorno, circa 100 milioni. I possessori di cellulari sono 20 milioni. Mandare sms è uno dei modi più veloci di comunicare, soprattutto nelle zone del paese dove non c'è la linea telefonica fissa. Fu proprio attraverso gli sms che la gente si radunò per la Seconda Rivoluzione del Rosario del 2001, che ha portato alle dimissioni dell'ex presidente Joseph Estrada e all'ascesa di Gloria Macapagal-Arroyo.

Il debito pubblico è superiore superiore a 3 mila di miliardi di pesos. Negli ultimi tre anni il governo ha raccolto 958 miliardi di pesos (17 miliardi di dollari) da fonti estere e interne. "Quando viene al mondo, un bambino grida per la sua nascita – e per il suo debito" sottolinea il vescovo. "Nascendo, incontra il debito: questo incontro dura fino alla morte. Un bambino nasce con 60 mila pesos (1000 dollari) di debito, senza che lui abbia speso un centesimo".

Le tasse continuano ad aumentare sui beni di consumo, quali latte, zucchero, caffè. Anche le medicine e le cure mediche subiscono forti aumenti, come pure gas e elettricità. "Quando una persona guadagna qualcosa, paga le tasse. Quando spende, ne paga altre. Quando mette i suoi risparmi in banca, ne paga ancora. Quando tiene da parte i suoi soldi, si svalutano" rimarca mons. Cruz. E ora il governo vuole tassare gli sms. "Il governo deve essere molto povero" dice il vescovo, esternando la domanda che tutti si fanno: "Dove sono andati a finire tutti i soldi pubblici? Dove vanno i tanti soldi delle tasse?". Mons. Cruz dà voce all'esasperazione della gente, mentre i salari ristagnano e i prezzi vanno alle stelle. "Il pesos non acquista valore" nota il vescovo.

Mons. Cruz deplora il pensiero di tassare gli sms: "Cosa tasseranno ancora adesso? L'aria? Per favore, pietà per la gente". (SE)

 

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