02/07/2025, 08.51
TAGIKISTAN
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Tempeste di polvere: l'impennata del Tagikistan

di Vladimir Rozanskij

Secondo i dati dell'Agenzia per l'idrometeorologia del Paese il fenomeno è cresciuto di oltre dieci volte negli ultimi trent'anni per effetto dei cambiamenti climatici e dell'accesso intensivo alle fonti idriche. Le polveri peggiorano la qualità dell'aria e accelerano lo scioglimento dei ghiacciai. L'urgenza di misure di contrasto come gli interventi di Kazakistan e Uzbekistan che stanno piantumando con un milione di arbusti il fondo del Lago d'Aral. 

Dušanbe (AsiaNews) - Negli ultimi 30 anni le tempeste di polvere in Tagikistan sono aumentate più di 10 volte, come dichiara l’Agenzia per l’idrometeorologia del Paese, e in questi giorni sul territorio delle città e della provincia di Khatlon, di Sogda e di Dušanbe, e anche in altre zone si verifica un ulteriore aumento dell’inquinamento dell’atmosfera, con una concentrazione di polveri in valori esponenziali. Si ribadiscono in tutti i modi le tre parole-chiave dei compiti da realizzare: prevenzione, preparazione e previsione.

Le tempeste di polvere e sabbia sono eventi meteorologici molto diffusi nelle regioni aride e semi-aride del nostro pianeta, dipendenti da tre fattori fondamentali: i forti venti, l’assenza di vegetazione e la lunga carenza di precipitazioni. Il trasporto di polveri è un processo naturale e un importante elemento dei cicli biochimici della Terra, e nell’ultimo secolo è aumentato oltre il 25%, a causa della combinazione dell’utilizzo non continuativo delle terre, dell’accesso intensivo alle fonti idriche e dei cambiamenti climatici. Le tempeste di polveri sono più frequenti, più intense e più estese a livello geografico, con gravi danni a diversi settori dell’economia, della salute delle persone e dell’integrità dell’ambiente circostante.

In Asia centrale sono sempre più lunghi i periodi senza piogge, con estesi territori desertici sabbiosi e argillosi, vegetazione molto rada e forti venti che interessano alcune zone per anni consecutivi. Secondo i dati dell’Onu, oltre l’80% della popolazione del Turkmenistan, Pakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Iran è sottoposto alle conseguenze più o meno gravi della cattiva qualità dell’aria per via di questi fenomeni. L’ultima relazione su “Analisi della situazione: tempeste di polvere e sabbia in Asia centrale” ha evidenziato in Tagikistan, negli ultimi trent’anni, una quantità di polvere cresciuta di oltre 10 volte; se nei primi anni ’90 durante l’anno capitavano 2 o 3 di questi eventi pericolosi, negli ultimi anni se ne registrano oltre 35 ogni anno.

Le manifestazioni di tempeste polverose sono molto differenti, possono limitarsi ad alcuni territori o estendersi per migliaia di chilometri tra i diversi Paesi della regione centro e sud-asiatica. In Tagikistan si verificano spesso presso i delta dei fiumi Vakš e Kafiringan, mentre diverse zone del Paese soffrono per la polvere che si solleva dal fondo del Lago d’Aral o viene portata dai venti dell’Afghanistan, a volte dal Medio Oriente e dall’Africa. Non necessariamente questo comporta danni diretti alle costruzioni, ma le conseguenze possono comunque essere devastanti soprattutto per l’agricoltura, con riduzione dei raccolti, moria del bestiame e perdita dello strato fertile del suolo. Peggiora la qualità dell’aria, si danneggia l’attività dei trasporti aerei e di quelli terrestri, e si abbassa l’efficacia della produzione di energia solare.

Le forti tempeste di polveri possono danneggiare anche i componenti elettrici e i dettagli meccanici di tante strutture, e diventare cause di interruzione nell’attività di tante funzioni. Il deposito di particelle di polvere fine sui ghiacciai accelera il loro scioglimento, un fatto che provoca grandi preoccupazioni tra gli specialisti e studiosi del Tagikistan, dove già da tempo si osserva la tendenza alla riduzione delle aeree e delle masse delle coperture glaciali, come conseguenza del riscaldamento globale.

Si rende sempre più necessaria una costante verifica della consistenza delle tempeste di polvere non solo nelle zone dove si verificano in modo più evidente, ma anche a migliaia di chilometri dalla loro zona di partenza, per valutare tutte le necessarie azioni da prendere come profilassi, cercando di combattere le cause o di minimizzare le conseguenze, e ristabilendo gli eco-sistemi naturali sulle terre più aride. Il Kazakistan e l’Uzbekistan continuano nell’opera di ristabilimento della vegetazione sul fondo del Lago d’Aral, e si prevede per il 2025 la piantumazione di oltre 1 milione di ettari di arbusti del genere Haloxilon. Anche il Tagikistan è chiamato a prendere iniziative più decise.

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