06/06/2008, 00.00
CINA
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Terremoto: passata l’emergenza, forse si torna alla “normale” censura

Il governo annuncia “limiti” al numero dei giornalisti presenti e critica chi fa “domande dannose” ai sopravvissuti. Inibiti siti internet che parlano delle scuole crollate o di ritardi negli aiuti. Esperti: non sarà possibile cancellare questa esperienza nuova di informazione completa e in diretta.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo del Sichuan limiterà il numero dei giornalisti ammessi nella zona del terremoto. Fonti ufficiali spiegano che ora ci sono almeno 800 giornalisti esteri e che “alcuni reporter hanno posto ai sopravvissuti domande dannose”. Intanto sono stati inibiti siti internet dove finora si è discusso con libertà del terremoto.

Media esteri riportano che il ministro per la Propaganda e il Consiglio di Stato hanno proibito ai media statali di trattare alcuni argomenti, quali: la cattiva costruzione delle scuole crollate sugli studenti e le proteste dei genitori, la tempestività dei soccorsi, la possibilità che Pechino conoscesse in anticipo l’arrivo del sisma. Sono questioni, specie l’ultima, che hanno suscitato grande clamore su internet.

Nei primi giorni dopo il sisma Pechino ha mostrato un’inusuale apertura ai media nazionali ed esteri, che hanno potuto raccontare anche in diretta le dimensioni del dramma, l’abnegazione dei soccorsi, gli sforzi per salvare ogni vita. L’immane tragedia e l’impegno dello Stato hanno suscitato solidarietà nel mondo. Ma ora altre notizie conquistano i titoli: a partire dalle denunce dei genitori per le molte scuole crollate – per oltre 7mila aule - che hanno ucciso migliaia di scolari. Ieri la polizia ha continuato a cacciare i giornalisti dalla Scuola superiore di Jiyuan e dalla elementare Xinjian a  Dujiangyan, dove i genitori sono soliti riunirsi ogni giorno per chiedere notizie sulla cattiva costruzione degli edifici e giustizia, spiegando che ora “l’intera strada è stata sbarrata”. A Dujiangyan già il 4 giugno la polizia ha cacciato via circa 100 genitori che hanno minacciato una petizione contro la cattiva costruzione della scuola e portato via i giornalisti.

Molti analisti commentano che è forse la prima volta da anni che è consentita, nel Paese e dal Paese,  un’informazione completa e in diretta: un’esperienza nuova per il popolo cinese, che non lo dimenticherà, come pure non potranno ora essere dimenticate questioni come le scuole del Sichuan.

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