08/06/2019, 09.00
TAJIKISTAN
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Testimone di Geova in carcere per quattro mesi: vietata la lettura della Bibbia

Shamil Rasulovich Khakimov è un pensionato di 68 anni. È stato arrestato a febbraio e l’interrogatorio si è svolto in assenza dell’avvocato. Il divieto di avere il testo sacro della sua religione viola le norme internazionali sul trattamento dei detenuti.

Dushanbe (AsiaNews/Agenzie) – Un pensionato di 68 anni, Testimone di Geova (TdG), dovrà rimanere in carcere per un altro mese, dopo averne già passati tre dietro le sbarre, e non potrà avere la Bibbia per pregare. Lo ha stabilito il tribunale di Khujand, in Tajikistan, estendendo fino al 26 giugno il regime di detenzione pre-processuale. L’uomo è stato arrestato a febbraio con l’accusa di “incitamento all’odio religioso”, per la quale rischia di passare in carcere dai cinque ai 10 anni. Tuttavia gli attivisti di Forum 18 che seguono il caso, ritengono che egli sia un prigioniero di coscienza e venga punito perché ritenuto il capo della comunità locale dei TdG.

Il pensionato si chiama Shamil Rasulovich Khakimov ed è vedovo. L’uomo non è il primo TdG finito nel mirino delle autorità della regione di Sogd, che stanno attuando un giro di vite anche contro la comunità musulmana. Il detenuto ha una salute instabile: soffre di pressione alta ed è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico ad una gamba poco prima dell’arresto. Il giudice Abruniso Mirasilzoda, che ha ordinato la prima carcerazione, non ha voluto spiegare i motivi dell’allungamento del regime carcerario.

Khakimov è stato fermato perché il suo numero di cellulare compariva nella rubrica del telefono di due donne TdG arrestate mentre facevano proselitismo in strada. Gli attivisti lamentano che la sua detenzione è illegale perché l’interrogatorio di convalida del fermo a febbraio è avvenuto in assenza dell’avvocato. Inoltre la successiva sentenza di estensione dell’arresto, ad aprile, è stata pronunciata senza preavviso al legale.

L’avvocato ha potuto incontrate il pensionato in carcere e riferisce: “La sua salute è abbastanza buona e gli vengono date le medicine. Può pregare ma non gli è consentito avere la Bibbia”. Secondo il gruppo questo viola le Regole delle Nazioni Unite sullo standard minimo per il trattamento dei prigionieri (note come “Mandela Rules”). La regola n. 66 infatti stabilisce che “per quanto praticabile, ciascuno detenuto avrà il permesso di soddisfare i bisogni della sua vita religiosa partecipando ai servizi forniti in carcere e avendo in sui possesso i libri per la pratica e l’istruzione religiosa di sua confessione”.

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