16/04/2010, 00.00
CINA - TIBET
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Tibet, ancora repressione: arrestati 30 adolescenti

I giovani, che si recavano insieme a scuola nella contea di Sertha, hanno cercato di fermare il pestaggio di due monaci tibetani a opera della polizia. Gli agenti li hanno arrestati tutti, monaci compresi, e ha multato famiglie e scuola per non averli fermati.
 Dharamsala (AsiaNews) – La contea di Sertha, nella provincia settentrionale di Kardze (Tibet), continua a essere l’epicentro dell’ultima ondata di repressione del governo cinese contro l’etnia tibetana che la abita. Le forze di sicurezza locali, infatti, hanno arrestato più di 30 studenti appena adolescenti della scuola primaria di Khar, che l’8 aprile scorso hanno protestato contro la detenzione di due monaci in corso davanti alla scuola.
 
Lo riporta il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy, che chiede il rilascio degli studenti e la fine della campagna di vessazioni contro l’etnia, e denuncia l’aumento della pressione cinese nell’area, da tempo vittima di un immigrazione forzata di cinesi di etnia han (maggioritaria nel Paese) che di fatto emargina i tibetani.
 
Secondo alcune fonti locali, gli studenti si sono trovati davanti alla scuola un gruppo di poliziotti che stava malmenando due monaci buddisti, arrestati in un secondo momento con l’accusa di aver manifestato contro il governo centrale.
 
I nomi dei due religiosi non sono noti, ma nella contea da diverso tempo alcuni giovani studenti delle lamaserie (scuole di formazione religiosa buddista) locali portano avanti una campagna fatta di piccole proteste e manifestazioni. Spesso chiedono il ritorno del Dalai Lama in patria e la fine della dominazione han nell’area.
 
Gli studenti della Khar, arrivando davanti all’edificio, hanno assistito al pestaggio e – per bloccarlo – hanno iniziato a lanciare pietre contro le macchine della polizia. Alcuni agenti hanno riportato ferite leggere a causa della sassaiola, mentre gli studenti hanno scritto e affisso diversi manifesti intorno alla scuola per chiedere l’indipendenza del Tibet. Per fermare la protesta, sono arrivate sul posto 18 macchine della polizia armata del popolo.
 
Subito dopo sono stati arrestati: alcuni sono stati rilasciati subito, mentre almeno dieci di loro sono ancora in galera. Verranno rilasciati, conferma la fonte, soltanto dopo il pagamento di una multa di 2mila yuan. I genitori inoltre dovranno firmare una dichiarazione in cui garantiscono che i figli non parteciperanno più a manifestazioni di questo tipo. Uno dei ragazzi – Dhonyoe, 16 anni – è stato espulso mentre la scuola è stata multata di 10mila yuan per non aver fermato la protesta.
 
Da almeno due mesi la contea è il centro di diverse piccole manifestazioni contro il governo cinese, portate avanti da monaci e laici tibetani. Pechino teme queste ondate, che più di una volta hanno coinvolto le popolazioni locali, e ha deciso di usare il pugno di ferro contro chi le pratica. Nell’ultimo periodo, sono stati arrestati in diverse occasioni almeno 15 monaci.
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