04/02/2022, 09.46
GIAPPONE
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Tokyo, scuole pubbliche a corto di insegnanti

di Guido Alberto Casanova

Secondo un sondaggio promosso dal governo giapponese sempre più diffuse le carenze nel personale tra maestri e professori delle scuole elementari e medie. All'ultimo concorso bandito si è registrato il rapporto più basso di sempre tra candidati e posti disponibili. Una crepa in un sistema scolastico rinomato per la sua efficienza.

Tokyo (AsiaNews) - Troppi pochi insegnanti a tempo pieno nel sistema di istuzione pubblica: è quanto emerge dai dati di un sondaggio presentati lunedì dal governo giapponese. Per la precisione, ad aprile dell’anno scorso (cioè all’inizio dell’attuale anno scolastico) il numero di professori mancanti nelle scuole elementari, medie e superiori era di 2558 in 1897 scuole. Ciò significa che circa il 5,8% di tutte le scuole in cui è stato condotto il sondaggio hanno problemi di personale docente.

Stando ai risultati il problema tocca da vicino soprattutto le scuole elementari, dove sono concentrati 1218 di quei posti vacanti, e le scuole medie, dove di professori ne mancano 868. I dati mostrano che la mancanza di insegnanti a tempo pieno nel corso dell’anno si è andata leggermente attenuando, e infatti già a maggio il numero era sceso a 2065. Come riportato dal quotidiano Asahi Shimbun, però, questa diminuzione spesso è frutto di aggiustamenti ad hoc, come il richiamo di professori già in pensione o il raddoppio delle mansioni per insegnanti e dirigenti scolastici.

È la prima volta che il governo giapponese conduce un sondaggio sulla mancanza di insegnanti nelle scuole del Paese. Le cause apparenti sarebbero i congedi di maternità, i permessi per cura parentale e per motivi di salute, ma in realtà mascherano un altro problema ben più profondo e serio: la mancanza di sostituti. In sostanza, mancano maestri e professori.

Aki Sakuma, docente all’Università Keio di Tokyo, studia da tempo il problema della carenza di personale scolastico. L’incapacità del sistema di istruzione pubblica di attrarre giovani aspiranti insegnati sta al cuore del problema. Secondo Sakuma “bisogna che il governo prenda misure drastiche come l’aumento dei salari [per gli insegnanti]”, per incentivare l’interesse dei neolaureati intenzionati a perseguire questa carriera.

La professione, infatti, è diventata via via meno appetibile nel corso degli anni, come mostrato dai numeri. All’esame per diventare insegnanti pubblici del 2020 hanno partecipato solo 134.000 persone, un numero che è appena la metà di quelli registrati 40 anni fa. Inoltre, il rapporto tra numero di partecipanti e posizioni disponibili è stato tra i più bassi di sempre per quanto riguarda le scuole elementari e medie.

Il Giappone vanta una lunga e nobile tradizione di uguaglianza nell’accesso all’istruzione, garantito da un efficiente funzionamento della scuola pubblica che nei decenni ha permesso al Paese di avere un tasso di diplomati del 96,7%. Pur investendo meno nell’istruzione rispetto alla media OCSE, Tokyo è riuscita a distribuire equamente le risorse necessarie per assicurare pari opportunità educative a tutta la cittadinanza. Proprio per questo i numeri emersi dal sondaggio risultano preoccupanti, nonostante la loro entità ancora ridotta: la scuola pubblica giapponese finora è stata in grado proporre un servizio di qualità reggendosi anche sul proprio personale docente. La carenza di insegnanti rischia, quindi, di minare una colonna di questo sistema, che ha permesso a generazioni di giovani giapponesi di formarsi in un contesto scolastico attento a non lasciare nessuno indietro.

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