04/01/2013, 00.00
RUSSIA
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Tra fede e superstizione i russi si preparano al Natale ortodosso

di Nina Achmatova
Il 7 gennaio si festeggia il Natale secondo il calendario giuliano in uso al Patriarcato di Mosca. La "Divina Liturgia" della Vigilia sarà celebrata da Kirill, alla presenza del premier russo. La notte tra il 6 e il 7 gennaio è ritenuto anche momento perfetto per la divinazione.

Mosca (AsiaNews) - In Russia ci si prepara a festeggiare il Natale, che secondo il calendario giuliano in uso nella Chiesa ortodossa, cade il 7 gennaio. E mentre si fanno pronostici su quale parrocchia sarà scelta dal presidente Vladimir Putin per partecipare alla messa della Vigilia, c'è chi nel Patriarcato di Mosca propone di spostare il Natale al 1° gennaio, per festeggiare la ricorrenza religiosa, ormai poco sentita, insieme al Capodanno.

Il 6 gennaio si interrompe il digiuno e si festeggia il "Socelnik", corrispettivo della Vigilia per i cattolici. Secondo la tradizione, in questo giorno ci si astiene dal cibo "fino alla prima stella", cioè quella che simbolicamente sarebbe la stella di Betlemme che preannunciò la nascita di Cristo. Il digiuno si interrompe mangiando "socivo", un piatto di grano bollito o riso mescolati con succo di semi e con miele. Proprio questo piatto - povero e umile, con cui si vuole indicare che Gesù venne al mondo per soffrire per noi e salvarci - ha dato il nome al Socelnik. La tavola poi si imbandisce con ogni ben di Dio nel pranzo di Natale, a cui partecipa tutta la famiglia. Nel caratteristico mix di fede e superstizione che ancora vive in Russia, la notte di Natale è anche ritenuta momento propizio per la divinazione. Soprattutto le donne, anche le più giovani, si riuniscono nei più diversi riti per leggere il futuro. Il più diffuso è quello che riguarda il matrimonio. Le ragazze scrivono il nome degli uomini che desiderano su dei pezzi di carta che poi mettono sotto il cuscino del letto. Al mattino, al risveglio, secondo la credenza, il primo bigliettino che prenderanno in mano contiene il nome del futuro marito.

La "Divina Liturgia" della Vigilia si tiena la notte del 6 gennaio. Il Patriarca officia nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Come da tradizione, in prima fila, dovrebbe sedere Dmitri Medvedev, tornato primo ministro dopo il mandato al Cremlino. Accanto a lui la moglie Svetlana. Putin, invece, -  senza la famiglia - è solito partecipare alla funzione natalizia in qualche parrocchia di provincia. Probabilmente quest'anno farà visita a Krasnodar, la regione del sud della Russia, colpita da violente alluvioni l'estate scorsa. Durante la messa della Vigilia si intona l'inno di Natale "Rozhdestvo Tvoe, Xriste Bozhe nasc" (La tua nascita, Cristo nostro Dio), mentre al centro della chiesa viene portata l'icona del Natale, e con essa un cero, simbolo della stella cometa.

Secondo un recente sondaggio, i russi che si dicono cristiani ortodossi sono l'80%, ma chi pratica realmente la fede è solo una piccola percentuale (intorno all'8%). Forse per questo, il protodiacono Andrei Kuraev, professore all'Accademia spirituale di Mosca e influente esponente della Chiesa russo-ortodossa, ha proposto di unire il Natale ortodosso al Novi God (Nuovo Anno) e festeggiare insieme il 1° gennaio la ricorrenza religiosa - ormai poco sentita dopo 70 anni di ateismo di Stato - e quella laica, ritenuta invece la più importante di tutto l'anno dai russi.

In questo modo, a suo dire, si potrebbe rimarginare lo "strappo tra la cultura secolare e quella religiosa". Durante il regime sovietico, il Natale venne bandito e il Novi God divenne la festa più celebrata, quella da trascorrere in famiglia, a tavola, scambiandosi doni e aspettando Babbo Natale (che qui si chiama Nonno Gelo). Da tempo, su proposta del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, si discute la possibilità di unificare i calendari liturgici cattolico e ortodosso per permettere alle due Chiese sorelle di celebrare insieme almeno le festività principali che accomunano le due tradizioni. Ma per Kuraev, in Russia "non ha senso" adeguarsi al 25 dicembre cattolico. I russi - ha spiegato - amano il Capodanno, perché era la "festa meno politicizzata" durante l'Urss. "Ora - ha fatto notare - tutte le energie della gente per le celebrazioni sono indirizzate verso il 31 dicembre e molto poco rimane per il Natale".

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