30/08/2007, 00.00
RUSSIA
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Tre anni da Beslan: la Russia sfiducia la “verità” del governo

di Maria Anikina
A pochi giorni dal terzo anniversario della strage alla scuola n° 1, le autorità dichiarano illegale uno dei gruppi più impegnati nel fare luce sulla vicenda. “Le Madri di Beslan” intanto chiedono che le indagini ufficiali ammettano tra le prove un video, che inchioda le forze di sicurezza russe. Solo l’8% della popolazione ha fiducia nella “verità" governativa.
Mosca (AsiaNews) – Manifestazioni pubbliche, cerimonie religiose per i defunti segneranno anche quest’anno l’anniversario della strage alla scuola n° 1 di Beslan, Nord Ossezia. A tre anni dal tragico assedio (1 – 3 settembre 2004), le famiglie delle vittime aspettano ancora chiarezza. Le indagini ufficiali continuano a non ammettere come prova un video che indica l’esercito russo come responsabile del massacro e una delle organizzazioni più impegnate per far luce sulla vicenda è stata dichiarata illegale dalle autorità.
 
Si tratta della “Voce di Beslan”, su cui si è espressa la corte distrettuale di Vladikavkaz, Russia meridionale, il 25 agosto scorso. L’organizzazione pubblica, con i membri ed i responsabili originari, è stata cancellata e registrata con un nuovo organico. La presidente Ella Kesayeva si è sempre espressa contro le autorità russe per la loro gestione della crisi a Beslan e ha chiesto l’apertura di un’indagine internazionale. Il gruppo ha deciso di presentare appello contro la decisione della corte e ha assicurato che “continuerà le sue attività”.
 
Mentre unico accusato della strage risulta ancora il terrorista ceceno superstite dell’attentato, N. Kulaev, la fiducia dell’opinione pubblica nei risultati dell’inchiesta ufficiale sui fatti di Beslan cala di anno in anno. Secondo un sondaggio del Levada Analytical Center, l’81% dei russi crede che Mosca non dica la verità. I dati - ottenuti da interviste condotte su 1600 cittadini tra il 10 e il 13 agosto – mostrano che solo l’8% della popolazione ritiene affidabili le informazioni ufficiali sulla vicenda; rispetto al 13% di 2 anni fa.
 
Per “Le Madri di Beslan”, il processo è ancora lontano dalla fine e le autorità non intendono rendere pubbliche tutte le circostanze della crisi degli ostaggi. Il mese scorso le agenzie di stampa hanno parlato di un video, in possesso dei parenti delle vittime, che prova la responsabilità delle forze di scurezza russe nel massacro. La tesi sostenuta fin dall’inizio dal Comitato stesso e dai testimoni oculari è che l’esercito ha causato il tragico epilogo dell’assedio iniziando per primo ad usare lanciafiamme e carriarmati contro i terroristi asserragliati nella scuola. I ribelli, di cui ancora non si conosce il numero esatto, chiedevano il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia. “Le Madri di Beslan” chiedono che il video venga consegnato agli inquirenti, i quali finora “hanno fatto finta non esistesse”, denuncia un membro del Comitato, Aneta Gadiyeva.
 
Secondo le stime ufficiali a Beslan il 3 settembre morirono 331 persone, di cui 186 bambini. I feriti furono oltre 720 tra ostaggi e cittadini, 55 tra i militari e operatori dei soccorsi. Centinaia ancora gli scomparsi, di cui non si è mai ritrovato il cadavere.
 
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