21/01/2008, 00.00
CINA - UE
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UE: liberate Hu Jia, le Olimpiadi non siano un pretesto per arresti illegali

Il parlamento europeo condanna l’arresto illegale dell’attivista per i diritti umani Hu Jia e della moglie e ne chiede il rilascio. Duro monito a Pechino a rispettare gli impegni internazionali, nell’anno olimpico. Intanto in Cina cresce la solidarietà verso Hu, anche se Pechino oscura i siti che ne parlano.

Strasburgo (AsiaNews) – Il Parlamento europeo “condanna con forza la detenzione di Hu Jia e chiede [a Pechino] l’immediata liberazione di lui e di tutti i dissidenti detenuti per delitti d’opinione”. “La Cina – prosegue la risoluzione, votata a maggioranza il 17 gennaio - non deve usare i Giochi Olimpici come un pretesto per arrestare e detenere in modo illegale dissidenti, giornalisti e attivisti per i diritti umani” e “deve porre fine alle persecuzioni contro i difensori dei diritti umani, per dimostrare l’impegno a rispettarli nel suo anno Olimpico”.

Hu Jia, noto in tutta la Cina per il suo impegno contro l’Aids e per i diritti umani, già agli arresti domiciliari da 2 anni, è in carcere dal 27 dicembre con l’accusa di “sovversione contro lo Stato”. C’è grande timore per la sua salute, perché è malato di fegato e necessita di cure specialistiche. Sua moglie Zeng Jinyan è ora agli arresti domiciliari.

Il parlamento europeo richiama Pechino a onorare gli impegni internazionali assunti sul rispetto dei diritti e della libertà di opinione, a chiudere le cosiddette “prigioni nascoste” dove è confinato chi crea problemi nell’anno olimpico,  e a liberare tutti i dissidenti tra cui Hu e l’avvocato Gao Zhisheng.

Intanto anche in Cina cresce la protesta contro l'arresto di H Jia e numerosi cinesi hanno inviato su internet messaggi di solidarietà per lui e la moglie.

“Sono un vicino di casa, – dice un commento sul blog di Zeng, che ora è stato oscurato – per favore dimmi come posso portarti gli omogeneizzati”. Con la donna vive la figlia di 2 mesi e mezzo, di fatto pure agli “arresti”. Molti sostenitori le hanno mandato latte in polvere, spesso sequestrato dalla polizia.

Un altro scrive: “Voglio dire al mondo che il popolo cinese ama la giustizia e noi amiamo la luce. Preghiamo per te”.

Da mesi la coppia era stata posta sotto sorveglianza della polizia, che caccia via i giornalisti esteri.

Il sito della rivista Minjian è stato oscurato dopo avere pubblicato un articolo di sostegno a Hu. Il suo direttore Zhai Minglei dice che la reazione del governo è più dura del solito, dato che spesso non sono censurati in questo modo articoli moderati con una prospettiva solo umanitaria, come quello scritto sulla rivista.

Teng Biao, legale di Hu, dice che negli ultimi mesi spesso è interrogato dalla polizia, specie su un articolo scritto da Hu nel settembre 2007 su “La verità circa la Cina prima delle Olimpiadi”, che descrive nel dettaglio molte violazioni dei diritti umani collegate in via diretta alle Olimpiadi, quali lo sfratto di interi quartieri e l’arresto illegale di chi presenta al governo petizioni di protesta.

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