01/06/2007, 00.00
CINA
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Un milione di messaggi via cellulare ferma la costruzione di una fabbrica chimica inquinante

A Xiamen un contadino ha coinvolto la popolazione nell'insolita manifestazione di protesta. Nessun aiuto invece per gli abitanti di Wuxi, dove in pochi giorni l'acqua è divenuta puzzolente e impossibile da bere.
Xiamen (AsiaNews) – La tempesta di un milione di sms è riuscita a fermare la costruzione di un’industria chimica che avrebbe decimato la popolazione e distrutto l’agricoltura nell'isola di Xiamen (Fujian). L’idea è venuta ad un contadino locale, che aveva presentato senza successo una petizione a Pechino contro il progetto ed allora ha deciso di lanciare la sua campagna contro il governo locale.
 
La conferma della sua vittoria è venuta dalla Xinhua, l’agenzia di stampa governativa: il progetto – costato 600mila euro - è stato bloccato data “l’evidente, manifesta opposizione del popolo”, che ha inviato agli uffici comunali tutti i messaggi.
 
Secondo gli abitanti del luogo, la programmata costruzione di una fabbrica di paraxilene (un poliestere) avrebbe causato danni incalcolabili alla zona, assolutamente non paragonabili ai benefici di un nuovo centro di lavoro. Il prodotto, infatti, è cancerogeno e la zona in cui sarebbe sorta la fabbrica è battuta da forti venti provenienti da est: durante la produzione, i fumi industriali avrebbero avvolto centri abitati e campi coltivati.
 
Una delle versioni dei messaggi inviati dai promotori della protesta recita: “Se questo composto verrà prodotto in massa nella nostra isola, saremo presto tutti morti. Fareste meglio a sganciare sopra le nostre teste una bomba atomica”.
La vittoria degli abitanti di Xiamen indica quanto il governo sia ormai sensibile ai problemi dell'inquinamento industriale, una delle ragioni che spinge la popolazione cinese a dimostrazioni e rivolte.
 
Non è andata altrettanto bene ai cittadini di Wuxi, nella provincia orientale del Jiangsu, che affrontano una crisi idrica senza precedenti: un’invasione di alghe nel fiume Tai, con ogni probabilità provocata dal selvaggio sviluppo industriale della zona, ha contaminato le fonti potabili.
 
Zhou Yuefen, 50 anni, racconta: “L’acqua ha iniziato a puzzare da martedì scorso [il 29 maggio ndr] ed è divenuta gialla. Anche toccandola per pochi secondi, inizi a puzzare e non smetti più”. Zhou sottolinea il suo scetticismo nei confronti del governo e delle misure intraprese per affrontare l’emergenza: “Dicono che se viene bollita l’acqua ritorna potabile: io ho provato, ed ora puzza più di prima”.
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