17/06/2004, 00.00
CINA
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Una comunità cattolica evangelizza fra le nevi dello Yunnan

Per 50 anni non hanno mai visto un prete.

Hong Kong (AsiaNews/Ucan) -  Per oltre 50 anni senza un prete, i cattolici di una sperduta parte della Cina hanno tenuto viva la loro fede. Hu Junjie, 64 anni, il laico responsabile della comunità afferma  che i 5 mila cattolici di Gongshan (Yunnan) hanno mantenuto la fede pregando insieme ogni giorno. Gongshan fa parte della contea autonoma di Drungu Nuzu, al confine con la regione autonoma del Tibet, a più di 2 mila km a sud-ovest di Pechino. I cattolici appartengono a diverse etnie locali: Drung, Lisu, Nu e tibetani.

Hu, dell'etnia Drung, dice che i cattolici non sono si sono mantenuti fedeli, ma hanno anche evangelizzato. Durante i mesi invernali, quando c'è poco lavoro agricolo, i cattolici, a gruppi di due o tre, hanno visitato e predicato nei villaggi non cristiani dei dintorni. Il padre di Hu, che ormai ha cento anni, ad ogni inverno, è riuscito perfino ad organizzare lezioni di catechismo per altri responsabili di comunità in cinese, Lisu e tibetano.

Data la diversità delle etnie e dei linguaggi nella zona, Hu afferma che è molto difficile usare la bibbia per evangelizzare. Il libro sacro è disponibile solo in cinese, tibetano e Lisu. Così i cattolici hanno usato gli inni come mezzo per diffondere il vangelo.

Dal gennaio 2002 il p. Paul Chen Kaihua di Kunming va a visitare questi cattolici 2 volte all'anno, celebrando la messa, amministrando i sacramenti,  rimanendo impressionato dalla loro fede.

Sebbene per 50 anni non abbiano avuto contatto con nessun prete, il numero di cappelle è aumentato. Prima del comunismo, l'area era servita da alcuni missionari francesi e vi erano solo 3 piccole chiese; ora sono 15. Il numero dei cattolici è cresciuto da 1000 a 5 mila. Due nuove chiese sono state benedette lo scorso 30 maggio.

P. John Fang Ping un sacerdote  del Xinjiang, "ha scoperto" la comunità di Gongshan nell'agosto 2002: gliene aveva parlato un suo parrocchiano. "Lo Yunnan – dice p. Fang – è una delle zone più povere della Cina. A Gongshan la gente vede raramente un prete. Qualche sacerdote va a visitarli ogni tanto, ma di solito i cattolici si radunano senza il prte, a pregare".

Grazie all'aiuto dei sacerdoti, ora Gongshan ha alcune vocazioni: 2 suore e un seminarista minore che studiano a Kunming (la capitale dello Yunnan) e  4 seminaristi a Xian.

P. Fang ricorda la sua prima visita a Gongshan: gli abitanti del villaggio gli dicono che hanno da poco finito 2 nuove chiese, ma che sono sconsacrate, situate sopra la collina, oltre la linea della neve. P. Fang ha benedetto le due chiese e ha celebrato con loro la messa in lingua mandarina (la lingua cinese nazionale), mentre alcuni parrocchiani traducevano le sue parole nei linguaggi delle etnie presenti.

Per costruire le 2 chiese, ci sono voluti 3 anni: i cattolici hanno portato a mano ogni mattone, pietra, legno sulla collina. Alla cerimonia di benedizione gli abitanti vestivano ognuno nel suo costume tradizionale, portando come offerte i prodotti agricoli, agnelli, galline, mucche. Dopo vi è stata la festa con danze attorno all'edificio della chiesa e molti litri di vino.

P. Fang dice di essersi commosso a vedere i fedeli di Gongshan costruire la propria chiesa. I suoi parrocchiani nel Xinjiang non ne hanno ancora una, soprattutto per problemi finanziari. Ogni domenica celebra la messa nelle case per 500 persone nella città di Hotan (Xinjiang meridionale), a più di 20 ore di macchina da Urumqi.

A Gongshan il p. Fang ha imparato l'Ave Maria in tibetano: "Essi continuano a pregare e a cantare questi inni antichi, nel loro linguaggio. Questa eredità culturale è importantissima per la Chiesa cattolica".

In molti punti sperduti della Cina dove non è presente il sacerdote, i capi laici della comunità guidano la preghiera nelle chiese o nelle case, di solito recitando il rosario ogni mattina e ogni sera. La domenica, oltre al rosario, si dicono altre preghiere e si legge il vangelo.

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