07/09/2023, 13.33
INDIA
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Uttar Pradesh, centro di preghiera cattolico nel mirino per conversioni

di Nirmala Carvalho

La polizia ha interrogato i presenti all'Ishwar Dham di p. Vineet Pereira dopo una denuncia presentata dai movimenti radicali indù. Il sacerdote: "Questa casa è aperta a tutti. Accogliamo tutti nel nome di Gesù., con un'attenzione particolare a poveri ed emarginati senza violare la legge". Intanto la Corte Suprema indiana ha nuovamente rigettato una petizione allarmista dei nazionalisti indù sulle conversioni.

Varanasi (AsiaNews) - Il centro di preghiera Ishwar Dham di p. Vineet Pereira, sacerdote cattolico del distretto di Mau nell'Uttar Pradesh, è in queste ore nel mirino dei movimenti radicali indù dell’Uttar Pradesh con la consueta accusa di operare conversioni, vietate dalla draconiana legge in vigore in questo popoloso Stato indiano governato dai nazionalisti del Bjp. La polizia si è recata oggi nella struttura interrogando i presenti.

“Hanno presentato una denuncia contro di noi per attività di conversione il 1° settembre - racconta ad AsiaNews p. Pereira -. La polizia mi ha convocato il 2 settembre, mi accusano di fare proseliti tra persone innocenti e vulnerabili. In questi giorni sono state lanciate pietre contro il centro di preghiera e sono stati girati dei video diffusi sui social media con l'accusa di attività di conversione”. Già nel 2018 p. Vineet Pereira era stato arrestato a Varanasi con l'accusa di "sommossa" e "assemblea illegale", picchiato e poi rilasciato.

“Ishwar Dham è una casa di preghiera, aperta a tutti - racconta il sacerdote -. Le persone vengono per trovare conforto nella predicazione e nel culto, qui trovano solidarietà. Non converto nessuno, annuncio solo la Buona Notizia dell’amore di Gesù per ciascuno che attrae le persone, particolarmente i poveri e gli emarginati che subiscono discriminazioni e oppressioni nella loro vita. A Ishwar Dam non si svolgono assolutamente attività di conversione: conosciamo la legge statale e non ne abbiamo violato alcuna clausola”.

Nel frattempo il 6 settembre la Corte Suprema indiana ha respinto una causa promossa da realtà legate ai nazionalisti indù che chiedeva al governo centrale di prendere provvedimenti contro le conversioni religiose fraudolente, in particolare nei confronti di indù e minori che secondo l’avvocato dei ricorrenti sarebbero presi di mira. Una commissione composta dal presidente D Y Chandrachud e dai giudici J B Pardiwala e Manoj Misra, tuttavia, ha contestato la natura dell’iniziativa. “Se c’è una contestazione in atto e qualcuno viene perseguito, possiamo prendere in considerazione la questione - hanno osservato i giudici -. Ma che razza di denuncia è questa? Si usa ormai questa Corte per presentare petizioni”.

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