18/06/2011, 00.00
UZBEKISTAN
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Uzbekistan, “fuorilegge” chi possiede una Bibbia o prega in comunità

Pestaggi e minacce della polizia contro i cristiani che svolgono attività religiosa, o persino soltanto se hanno una Bibbia. Il lungo elenco delle violenze normali e quotidiane contro i fedeli cristiani.
Tashkent (AsiaNews/F18) – Pestaggi e minacce: in Uzbekistan non ha soste la persecuzione contro i cristiani protestanti. Nell’Uzbekistan orientale a metà maggio la polizia ha percosso una donna aggredendola in casa sua, di fronte alla figlia, perché partecipa ad attività religiose cristiane. Lo denuncia l’agenzia Forum 18, che lo ha saputo da fonti locali che chiedono l’anonimato. Parecchi ospedali hanno poi rifiutato di curare la donna, intimoriti dalla polizia.

F18 ha chiesto notizie alla polizia locale, che però rifiuta di parlarne.

Nel Paese, persino possedere una Bibbia può essere un reato grave. La corte di appello di Tashkent ha condannato la cristiana battista Galina Shemetova a 2.486.750 som di multa (circa 1.015 euro, 50 volte la paga mensile minima) per avere prestato una Bibbia per bambini a un collega di lavoro. Per questo è stata accusata di proselitismo. La donna era stata anche percossa dalla polizia, ma di questo la corte di appello non ha voluto parlare.

Il protestante Anvar Rajapov è stato condannato il 14 aprile a una multa di 80 volte la paga minima perché la polizia gli ha trovato libri religiosi in casa. Il tribunale di Tashkent non gli ha notificato la condanna, ma la polizia gli ha tolto il passaporto e lo ha minacciato di morte se presenta appello. Ora Rajapov ha fatto una denuncia rivolgendosi direttamente al presidente del Paese Islam Karimov e alla Corte Suprema.

Sempre a Tashkent ad aprile la polizia e i corpi speciali segreti hanno operato perquisizioni a tappeto presso i cristiani battisti, sequestrando migliaia di testi religiosi.

Il 26 maggio la polizia ha arrestato a Tashkent i battisti Sergey Shilnikov e Amir Temur: avevano una Bibbia, 2 Vangeli di Giovanni e 2 altri testi religiosi. Sono stati accusati per avere introdotto o commercializzato in modo abusivo letteratura religiosa.

All’inizio di giugno le autorità del distretto di Hamza hanno cercato di convincere alcuni cristiani battisti a firmare una dichiarazione che il pastore Konstantin Malchikovsky e Anna Portova avevano venduto loro testi religiosi, senza poi pagare le tasse. Accusa punibile con 2 anni di carcere. Per convincerli, la polizia ha arrestato alcuni fedeli battisti, trattenendoli per ore senza accuse e hanno persino minacciato alcuni di arrestarne il figlio. I battisti si sono tutti rifiutati e le autorità indicate, interpellate da F18, non hanno voluto parlarne.

La Commissione della Nazioni Unite contro la Tortura ha denunciato che nel Paese violenze, torture e minacce contro la libertà religiosa sono “normali”. La legge sulla libertà religiosa rende difficile per i gruppi ottenere il riconoscimento e la legge considera illecita qualsiasi attività dei gruppi non riconosciuti, anche riunirsi in casa per pregare.
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