14/08/2025, 12.15
SRI LANKA
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Vavuniya, migliaia di agricoltori a rischio sfratto: 'Qui da oltre 40 anni'

di Arundathie Abeysinghe

Domani, 15 agosto, è la scadenza dell'ordine dell'Autorità Mahaweli: "Possesso non autorizzato di autorità governativa". Oltre 500 famiglie se ne sono già andate per paura. I contadini ad AsiaNews: "L'esercito ci ha sostenuti, siamo soppravissuti alla guerra". Le coltivazioni esistono dal 1955, poi riprese nel  2010 a causa di un attacco delle Tigri Tamil.

Vavuniya (AsiaNews) - Oltre 3.600 famiglie di agricoltori nel distretto di Vavuniya, a circa 15 chilometri dall’antica città di Anuradhapura, hanno ricevuto l'ordine di lasciare le loro terre entro domani, 15 agosto. La loro proprietà decennale di terre ancestrali è ora in bilico. Gli agricoltori sostengono di coltivare la terra da oltre 40 anni, e di essere sopravvissuti alla guerra civile grazie al sostegno dell’esercito governativo dello Sri Lanka. 

Avevano ricevuto una comunicazione dall’Autorità Mahaweli, con l’invito alla rinuncia del “possesso non autorizzato di proprietà governativa”. La direttiva ufficiale ha suscitato grande preoccupazione e ha spinto i leader della comunità a chiedere aiuto. Pertanto, è appeso a un filo il futuro delle famiglie di agricoltori che coltivano le terre nel distretto di Vavuniya.

Siyadoris Appuhamy, 65 anni, Jayasinghe Wijepala, 63, e Gunapala Amarakeerthi, 59, agricoltori, hanno raccontato ad AsiaNews la loro difficile situazione. “Anche durante il periodo del conflitto etnico, nonostante le minacce delle LTTE (Tigri Tamil, ndr), abbiamo continuato a coltivare le risaie e l'esercito dello Sri Lanka ci ha sostenuto in questi tempi difficili, fornendoci acqua potabile, cibo e fertilizzanti”. E ancora: “Siamo fuggiti dalla zona nel 1985 dopo un attacco delle LTTE, ma siamo tornati nel 2010, una volta terminata la guerra. Abbiamo costruito le nostre case, cresciuto i nostri figli e siamo sopravvissuti alla guerra”.

La coltivazione del riso inizi nel 1955, ai tempi dei loro genitori, nei pressi del bacino idrico di Andarawewa. “Nel 1980, il Segretariato distrettuale di Vavuniya ci ha ufficialmente ceduto il terreno. Tuttavia, il 7 luglio di quest'anno, i funzionari della zona L di Mahaweli hanno ufficialmente emesso un avviso di sfratto nei confronti dei residenti con l'accusa di occupare abusivamente un terreno demaniale”, hanno aggiunto. La lettera era firmata da un ingegnere dell'Autorità e indirizzata a un residente di nome Bimal Dharmadasa, presidente dell'Organizzazione degli agricoltori di Andarawewa. 

“Secondo l'avviso, gli agricoltori sono stati invitati a cedere il possesso non autorizzato dei terreni demaniali”, hanno raccontato gli agricoltori ad AsiaNews. Il documento ordina ai residenti di liberare le loro proprietà e restituirle all’Autorità di Mahaweli, in particolare al responsabile della divisione Veherathenna della zona L, entro domani. “Nelle ultime settimane abbiamo cercato di incontrare gli alti funzionari dell'Autorità, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta favorevole”, hanno lamentato i contadini.

Negli anni, grazie al lavoro della comunità, la giungla che circondava i terreni è stata ripulita, son state ricostruite le case ed è stata avviata la coltivazione delle risaie e degli orti, a seguito  della distruzione causata dalla guerra. Gli agricoltori, inoltre, sostengono che per anni hanno ricevuto sussidi per i fertilizzanti, pagato le tasse all'Autorità Mahaweli e coltivato con l'approvazione del governo, in particolare nell'ambito del “Saubagya Production Village Programme”, che prevedeva inizialmente l’impiego di 40 acri, ampliato successivamente.

Secondo Bimal Dharmadasa, “le pressioni riguardo i terreni sono iniziate dopo che il deputato del distretto di Vanni Mayilvaganam Jegatheeswaran ha visitato la zona”. Anche altri politici attualmente al governo, tra cui Aruna Chandrasekera di Vavuniya, stanno sostenendo i tentativi per allontanare i contadini. “Subito dopo la visita, la zona L dell'Autorità Mahaweli ha emesso l’ordine. Oltre 500 famiglie se ne sono già andate per paura”.

“Nelle ultime settimane abbiamo scritto lettere, organizzato riunioni e fatto appello alle autorità, ma nessuno ci ha aiutato”, ha aggiunto. Nel frattempo, Dharmadasa e altri dieci agricoltori si sono recati a Colombo per chiedere aiuto al Bodu Bala Sena (BBS), un’organizzazione buddista. Nella sede centrale del BBS, il segretario generale, il venerabile Galagoda Aththe Gnanasara Thera, ha assicurato il suo sostegno deciso alla causa degli agricoltori.

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