08/08/2008, 00.00
FILIPPINE
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Vescovi filippini: investire in educazione e sviluppo, non nei contraccettivi

di Santosh Digal
Due commissioni parlamentari hanno espresso il loro appoggio alla RH, provocando la reazione dei vescovi che ribadiscono il proprio no alla legge “pro-aborto”. I prelati invitano il governo a elaborare programmi che mirino “all’educazione, allo sviluppo agricolo e all’assistenza ai poveri”.

Manila (AsiaNews) – La Conferenza episcopale filippina invita i parlamentari a investire “nell’educazione, nello sviluppo agricolo, nell’economia e nell’assistenza ai poveri”, piuttosto che pensare ai “contraccettivi”. È la dura presa di posizione dei vescovi alla notizia giunta ieri, secondo la quale due commissioni parlamentari del Paese hanno dato il via libera alla controversa legge sulla pianificazione familiare, osteggiata con forza dai vescovi. “I nostri legislatori – sottolinea p. Melvin Castro – segretario della Commissione episcopale per la famiglia e la vita – non dovrebbero spendere miliardi di pesos in contraccettivi”, ma investire in progetti concreti come “cibo, educazione e alloggi per i poveri”.

Nei giorni scorsi la Commissione parlamentare per la finanza pubblica e la Commissione per la sanità hanno garantito il loro appoggio al Reproductive Health Bill (RH), auspicandone l’approvazione nel corso della seconda seduta alla Camera. Edcel C. Lagman, presidente della Commissione sulla finanza pubblica, ha inoltre sottolineato che ad oggi sono 67 i parlamentari favorevoli alla nuova legge e non nasconde la soddisfazione per il sostegno garantito dai membri della sua commissione, molto influente nel Paese. “Tutto è pronto per la conversione del decreto in legge”, avrebbe aggiunto il parlamentare.

Nonostante l’ottimismo mostrato dai sostenitori, non si ferma la battaglia di quanti si oppongono al RH: il deputato Eduardo Zialcita, attivista che si batte “a sostegno della vita”, smorza gli entusiasmi e ribadisce che il cammino da compiere è ancora lungo, prima che la proposta di legge venga approvata in sede congressuale. Egli accusa i promotori della legge di “menzogne” in quanto sosterrebbero che la normativa “non introduce l’aborto”, che è ancora oggi un reato perseguito per legge nel Paese. Fra le disposizione previste dal RH vi sarebbe l’introduzione dell’interruzione di gravidanza, la diffusione di contraccettivi (dal preservativo alla pillola e la spirale intrauterina) per il controllo delle nascite e una “visione distorta” dell’educazione sessuale. Elementi che sembrano favorire pratiche volte alla “promiscuità” e al “sesso libero” tra i giovani, illusi che l’uso del preservativo li metta al riparo dai rischi.

A questi si aggiunge la creazione di un centro per le emergenze neonatali e servizi sanitari a domicilio. Secondo il segretario alla Sanità Francisco T. Duque III uno stanziamento di 150 miliardi di pesos (poco più di 3 miliardi di dollari Usa) sarebbe sufficiente per coprire le spese iniziali previste dal progetto, ma per la sua piena realizzazione servono “maggiori fondi e risorse”.

 

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