01/10/2008, 00.00
LIBANO
Invia ad un amico

Vescovi maroniti: ancora attivi coloro che vogliono il male della nazione

Ieri sera è stata approvata la nuova legge elettorale: esclusi il voto degli emigrati, quello dei 18enni e la quota riservata alle donne. La Lega maronita ha promosso per venerdì un incontro “di riconciliazione” tra i politici cristiani.
Beirut (AsiaNews) – Il Libano ha una nuova legge elettorale, adottata nella tarda serata di ieri, in un clima definito “calmo e costruttivo”. Lo stesso che la Lega maronita auspica regnerà venerdì tra i parlamentari cristiani invitati ad un incontro che ha di mira un cammino di “riconciliazione”. Clima che invece i vescovi maroniti, al termine della loro riunione mensile, svoltasi oggi a Bkerke, non vedono regnare nel Paese: l’atmosfera, afferma il loro comunicato finale, non è quello della cooperazione necessaria per guidare il Libano fuori dalla crisi e incrementare una situazione normale, nella quale i cittadini possano vivere e lavorare in pace.
 
Sono tre, dunque, gli avvenimenti principali che segnano oggi la vita politica libanese, resa inquieta dalla notizia che questa mattina soldati siriani presenti all’interno del nord del Libano hanno fermato – e poi rilasciato – un pastore.
 
Prevista dall’accordo di Doha che ha posto fine a mesi di conflitto politico, la nuova legge elettorale ha modificato alcune circoscrizioni, escluso l’abbassamento dell’età per votare a 18 anni e l’introduzione di una quota riservata alle donne – attualmente solo sei su 128 deputati -, rinviato al 2013 il voto degli emigrati, stabilito che le operazioni di voto si svolgeranno in un solo giorno, definito i rapporti tra candidati e media e precisate le caratteristiche delle schede e dei documenti per votare. Non tutto appare definitivo.
  
Sulla nuova legge elettorale non sembrano aver espresso giudizi i vescovi maroniti, almeno a stare al comunicato, letto alla fine della loro riunione da mons. Youssef Tawk. Il documento innanzi tutto condanna l’attentato di Tripoli, che ha ucciso sette persone. L’accaduto, affermano, mostra che sono ancora attivi coloro che vogliono portare il male in Libano. In questo clima, i politici di ogni colore sono chiamati a diffondere la calma ed a rinforzare lo spirito di riconciliazione. Essi debbono inoltre raddoppiare i loro sforzi per far tornare il Paese alla normalità, cercare di liberarlo dal suo enorme debito e consentire ai cittadini di avere una vita serena.
 
E’ anche l’obiettivo del tentativo della Lega maronita di promuovere la riconciliazione tra i politici cristiani. Ne ha parlato, ieri, il patriarca Nasrallah Sfeir, al termine di una non annunciata visita al presidente della Repubblica (nella foto). “Non risparmieremo sforzi – ha detto – per arrivare alla riconciliazione”. Speriamo, ha aggiunto, che i cristiani “vorranno sedersi insieme, perché gli altri gruppi si sono riappacificati”. Il cardinale non si è nascosto le difficoltà, delle quali, oggi, ha parlato anche un esponente della Forze libanesi. A NOW Lebanon ha detto di non aspettarsi grandi risultati dal prossimo incontro, ha sottolineato l’importanza che il suo gruppo attribuisce all’azione del patriarcato, attribuendo ad “altri” la volontà di far prevalere gli interessi di parte ed elettorali sulla riconciliazione tra cristiani. (PD)
 
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Aoun, non permetteremo l’emarginazione del popolo libanese
12/05/2005
Sfeir pensa alla convocazione di un congresso generale cristiano
16/05/2005
I vescovi maroniti chiedono una nuova legge elettorale e la liberazione di Geagea
04/05/2005
Appello dei vescovi maroniti alla “riconciliazione generale” ed al dialogo
04/09/2008
I vescovi maroniti invitano i leader cristiani alla riconciliazione
19/12/2006


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”