04/09/2008, 00.00
LIBANO
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Appello dei vescovi maroniti alla “riconciliazione generale” ed al dialogo

In un articolato documento i presuli esaminano la situazione del Paese che definiscono“tutto, meno che rassicurante” a causa di insicurezza, corruzione e divisioni politiche “radicali”. Anche il presidente Suleiman un invito al dialogo ed alla riconciliazione.
Beirut (AsiaNews) - Insicurezza, corruzione e divisioni politiche “radicali” sono i fattori che rendono la situazione libanese “tutto, meno che rassicurante” e che rendono impellente la necessità di una “riconciliazione generale”. E’ l’appello di quest’anno dei vescovi maroniti, che lo hanno lanciato ieri sera al termine della loro riunione mensile, quasi contemporaneamente ad un’analoga esortazione rivolta ai libanesi dal presidente della Repubblica.
 
Nel loro articolato documento, i vescovi analizzano la situazione ed i fattori che la rendono instabile e pericolosa, esortano ad unirsi intorno alla patria e chiedono al presidente della Repubblica, Michel Suleiman, di promuovere un dialogo nazionale. In favore del quale, sempre ieri, ha parlato lo stesso Suleiman, affermando che “non c’è dialogo senza riconciliazione e non c’è riconciliazione senza dialogo”. “L’unità nazionale è la base”, ha aggiunto, anche qui in sintonia con le affermazioni dei presuli. “Bisogna sbrigarsi – scrivono infatti – ad operare in vista di una riconciliazione generale, mettendo fine ai dissensi e riunendo tutti attorno all’amore per il Libano”.
 
“La fedeltà alla patria – scrivono in un altro passaggio del documento – è una delle condizioni della vera cittadinanza. Quando un individuo vive sulla terra patria, gode delle sue risorse e serve gli interessi di altro patrie e i propri a spese di quelli del suo Paese, questo si chiama alto tradimento. Il buon cittadino è quello che è pronto a sacrificarsi al servizio della sua patria, anche a spese della sua tranquillità, dei suoi beni e del suo avvenire”.
 
Nella loro analisi della situazione del Paese, i vescovi maroniti “ringraziano il Cielo di aver permesso che il Parlamento eleggesse un presidente della Repubblica”. Da ciò, e grazie anche all’impegno del Parlamento e delle parti politiche “nelle istituzioni costituzionali ha cominciato a riprendere la vita normale”. Ora bisogna procedere “rapidamente” alle nomine nei posti amministrativi vacanti, mettendo fine al “tira-e-molla senza fine” tra i partiti e scegliendo persone “competenti, oneste e provate”.
 
Particolare importanza i vescovi danno poi alla elaborazione della nuova legge elettorale “giusta ed equa”, da promulgare “il più presto possibile”. “Auspichiamo anche che le elezioni si svolgano in un clima propizio, lontano da problemi e turbamenti per la sicurezza e che sia permesso al popolo libanese di scegliere chi vuole che lo rappresenti, libero da ogni pressione o istigazione”. (PD)
 
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