07/02/2005, 00.00
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Vescovo di Dili: No a colpo di spugna sulle ingiustizie del passato

Dili (AsiaNews/Agenzie) – Il vescovo di Dili si è detto contrario all'accordo fra governo indonesiano e leader di Timor Est per metter fine ai processi sulle atrocità avvenute durante il processo di indipendenza del 1999. "La posizione della Chiesa è chiara e ferma" ha dichiarato mons. Alberto Ricardo da Silva. "Abbiamo bisogno di giustizia e giustizia deve essere fatta". Da poco tempo mons. da Silva ha sostituito alla guida della diocesi di Dili mons. Carlos Ximenes Belo, premio Nobel per la pace nel 1996.

Le dichiarazioni di mons. da Silva giungono dopo un accordo raggiunto un mese fa il presidente indonesiano Susilo e il leader timorese Xanana Gusmao per creare una Commissione per la Verità e l'Amicizia. La Commissione doveva far luce sulle violenze avvenute durante il ritiro indonesiano dall'isola del 1999. In quel periodo milizie locali, sostenute dall'esercito indonesiano, hanno ucciso circa 1500 timoresi e causato 250 mila profughi dopo il referendum che sanciva l'indipendenza dell'isola da Jakarta. Susilo e Gusmao hanno motivato la loro decisione affermando che i tribunali per i crimini "non avevano il sostegno del pubblico"; invece secondo mons. da Silva "tutti" gli abitanti di Timor Est li vogliono e appoggiano il lavoro che stanno facendo. Finora i tribunali hanno incarcerato 74 timoresi responsabili di atrocità durante i disordini del '99; ma sono privi dell'autorità di estradare gli ufficiali indonesiani: più di 300 persone accusate di crimini hanno trovato rifugio in Indonesia.

Domani i ministri degli Esteri dei 2 paesi si incontreranno a Bali per stabilire i dettagli operativi della Commissione.

Sulla questione si è anche espressa anche l'Onu, che in passato ha permesso la creazione dei tribunali: le Nazioni Unite hanno fatto sapere di non approvare l'accordo Susilo-Xanana e hanno proposto una Commissione di esperti per indagare perché sia fallita una risoluzione del Consiglio di sicurezza, firmata nel 1999 e che doveva individuare gli autori dei massacri.

Mons. da Silva ha ribadito la necessità che i tribunali sui crimini passati vanno fatti "qualsiasi cosa dica Kofi Annan e qualsiasi cosa vogliano i leader timoresi". "Non faremo domanda ufficiale all'Onu per questo" ha aggiunto il vescovo, "ma la nostra porta è sempre aperta". Secondo mons. da Silva "quando c'è un delitto deve essere fatta giustizia. Non c'è nulla di nuovo in questo: è la posizione che la Chiesa ha sempre avuto sulla giustizia e sulla pace". (LF)
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