08/01/2016, 00.00
FILIPPINE
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Vescovo filippino: Rimpatriate i lavoratori migranti in Arabia Saudita e Iran

Preoccupa l’escalation di tensione in Medio Oriente e le frizioni fra Riyadh e Teheran. Mons. Santos, presidente della Commissione per la cura dei migranti: “Dobbiamo garantire la sicurezza dei nostri lavoratori all’estero ed essere pronti a rimpatriarli, offrendo un lavoro nelle Filippine”. Soddisfazione e gioia per l’amnistia concessa dal Qatar a 10 filippini incarcerati.

Manila (AsiaNews/Cbcp) – Manila deve rimpatriare i lavoratori filippini emigrati in Arabia Saudita e Iran, a causa del deteriorarsi dei rapporti fra i due Paesi musulmani avvenuto negli ultimi giorni. È l’appello che mons. Ruperto Santos, vescovo di Balanga e presidente della Commissione per la cura dei migranti, ha rivolto oggi al governo di Benigno Aquino. Secondo il presule, l’escalation di tensione dovuta all’uccisione a Riyadh del dignitario sciita Nimr al-Nimr e al conseguente assalto alla sede diplomatica saudita a Teheran, metterebbe a rischio l’incolumità dei cittadini filippini e delle loro famiglie.

“Dobbiamo essere pronti – ha detto mons. Santos – ad accogliere in patria i nostri lavoratori migranti, fornendo loro un lavoro qui e assistenza alle loro famiglie”. Il presule è “molto preoccupato” dalla situazione in Medio Oriente, complicata dalle nuove frizioni interne all’islam, e ha invitato tutti i fedeli a pregare per la pace e per la sicurezza dei filippini.

Il dipartimento per gli Affari esteri di Manila ha assicurato di monitorare da vicino la situazione e di essere pronto ad utilizzare tutte le risorse per garantire l’incolumità dei filippini che lavorano in Medio Oriente.

Mons. Santos ha anche espresso gioia e soddisfazione per la decisione del Qatar di concedere l’amnistia a 10 prigionieri filippini detenuti nelle sue carceri. Il vescovo ha ringraziato l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani per gli “atti di benevolenza”.

“In questo Giubileo della Misericordia – ha affermato – facciamo esperienza di atti di perdono e compassione. Delle vite sono state risparmiate dalla punizione. Delle vite sono state salvate. Dal perdono del Qatar dobbiamo imparare una lezione: dobbiamo mostrare gratitudine, più dedizione nel lavoro e disciplina nel rispettare le leggi e i costumi di questi Paesi”.

Manila non ha ancora indentificato i 10 lavoratori filippini perdonati e le loro condanne. L’emiro del Qatar è solito concedere l’amnistia due volte l’anno: durante il Ramadan e a fine anno. A luglio 2015, durante il mese sacro dei musulmani, erano stati perdonati altri 12 filippini.

I lavoratori filippini emigrati all’estero sono circa 10 milioni, di cui 2,2 milioni in Arabia Saudita. Di loro, 79 sono nel braccio della morte in varie parti del mondo, inclusi 41 in Malaysia e 27 in Arabia Saudita. Lo scorso 30 dicembre, un piastrellista filippino è stato decapitato in Arabia Saudita per non aver pagato il “prezzo del sangue”.

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