12/05/2008, 00.00
LIBANO
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Vinto lo scontro armato, Hezbollah si prepara a presentare il conto politico

di Paul Dakiki
Le milizie del Partito di Dio hanno attaccato anche la roccaforte di Joumblat sullo Chouf. La Lega Araba annuncia un “commissione di alto livello” che si recherà a Beirut e dovrebbe parlare con i capi della maggioranza e dell’opposizione.
Beirut (AsiaNews) – A Beirut era cominciato con l’attacco ai quartieri sunniti, legati al leader della maggioranza, Saad Hariri, ieri e stanotte c’è stato quello allo Chouf, roccaforte del druso Walid Joumblat, esponente di punta della stessa maggioranza. L’azione di Hezbollah ha facilmente raggiunto i suoi obiettivi militari, che ora cercherà di trasformare in conquista politica. Ha già imposto al governo di “sospendere” i provvedimenti che hanno scatenato l’attacco armato, ossia lo smantellamento della centrale telefonica del Partito e l’allontanamento del capo della sicurezza dell’aeroporto di Beirut. E sono esponenti della maggioranza, come l’ex presidente Amin Gemayel a lanciare appelli per la ripresa del dialogo.
 
Nelle strade della capitale oggi sembra regnare la calma, con l’esercito che ha preso il controllo dei punti chiave della città. Di scontri, morti e feriti si parla a Bab el-Tebbaneh, Jabal Mohsen, Bshamoun e Tripoli. Il bilancio di cinque giorni di battaglia sarebbe di 59 morti, secondo fonti della sicurezza. Una radio parla di tiri di razzi e colpi di mitra provenienti dalla Siria contro un posto di frontiera a Masnada.
 
I militari, peraltro, continuano a dover restare spettatori imparziali del conflitto, sia perché le milizie di Hezbollah sono più forti e meglio armate di loro, sia perché è sciita il 35% dei soldati ed un loro coinvolgimento nel conflitto rischierebbe di spaccare l’esercito. La situazione, da questo punto di vista, potrebbe finire col rendere più forte la posizione del comandante delle forze armate, Michel Suleiman, fino a prima degli scontri teorico candidato “di consenso” alla presidenza della Repubblica, e quindi sbarrare la strada alle aspirazioni presidenziali del grande alleato di Hezbollah, Michel Aoun.
 
Sul piano internazionale, è stato per ora escluso che arrivi domani la commissione “di alto livello” che la Lega araba ha deciso di inviare nel corso del vertice di ieri al Cairo. La commissione, guidata da segretario generale Amr Moussa avrebbe in animo di promuovere un incontro che veda da una parte l’opposizione - Sayyed Hassan Nasrallah per Hezbollah, Nabih Berri per Amal e Michel Aoun per il Free Patriotic Movement – e dall’altra il capo del governo Fouad Siniora con Hariri e Amin Gemayel.
 
Dal Sudafrica, ove si trova in visita, il patriarca maronita Nasrallah Sfeir dice che quanto sta accadendo “non è che una breve tempesta”, frutto dell’azione di coloro che sono “al servizio di diversi Stati”. “I programmi stranieri – ha aggiunto - non sono nati ieri”, ma i libanesi debbono “negoziare pacificamente, perché la violenza non è al servizio del Libano”.
 
 
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