03/09/2007, 00.00
INDIA
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Violenza in Assam, uno Stato che rischia di sparire

di Nirmala Carvalho
Dopo il linciaggio di due sacerdoti ad opera di ignoti e l’ennesima autobomba, p. Tom Mangattuthazhe spiega ad AsiaNews la situazione nello Stato orientale, puntando il dito contro militari e guerriglieri, ed avverte: l’Assam rischia di divenire uno Stato-fantasma.
Dispur (AsiaNews) – E’ una violenza “corrotta e generata da traffici oscuri” quella che sta attraversando lo Stato orientale dell’Assam, colpito da attentati ed agguati a sacerdoti e persone comuni. E’ il commento di p. Tom Mangattuthazhe, che dalla residenza episcopale di Dhipu spiega ad AsiaNews il recente linciaggio di due sacerdoti locali e le numerose  autobomba non rivendicate che esplodono nello Stato.
 
Il primo episodio è avvenuto il 29 agosto scorso, quando p. Anto Tharakan e p. Joseph Thottappallil sono stati aggrediti da una folla inferocita mentre officiavano un funerale nel distretto di Tinsukia. Non è ancora chiaro il motivo dell’aggressione, anche se la polizia ha ritenuto giusto arrestare i due sacerdoti che, al momento, sono ancora in carcere per “chiarire la loro posizione”.
 
Il secondo episodio risale invece al primo settembre: una bomba non rivendicata ha ferito in maniera grave otto persone che si trovavano al mercato di Guwahati. L’ordigno, secondo i militari, sarebbe stato posizionato dal movimento indipendentista dell’Assam.
 
Tutta questa violenza, spiega p. Mangattuthazhe, “nasce da vari fattori. Anche se nessuno si fa avanti per rivendicare la paternità di tali deprecabili atti, è noto a tutti che le forze di sicurezza statali sono quanto meno coinvolte nella situazione. Quando c’è una guerra, chi ci guadagna sono i militari al potere e tutti coloro che li sostengono”.
 
Tuttavia, “non si deve dimenticare che molte persone sono interessate a mantenere questo stato di cose. A Delhi fa comodo dire che l’Assam è un territorio pericoloso, perché così può mantenere in vigore la draconiana legge che consente poteri speciali alle forze armate e poi dimenticarsi di tutto il resto”.
 
Per quanto riguarda la violenza contro i sacerdoti, “qui è molto attivo il Rashtriya Swayamsevak Sangh [Rss, formazione paramilitare di fondamentalisti nazionalisti indù ndr], e che dove c’è violenza i forti non vengono mai puniti. La Chiesa è nel mirino, perché porta avanti un’opera di alfabetizzazione che dà fastidio a molti”.
 
Tutto questo, conclude, “va a discapito di tutti noi. Ne risente la popolazione, oramai rassegnata a dover subire queste violenze, ma ne risente anche l’economia, che non trova stimoli per crescere. Alla fine, ne risente tutta la società: se nessuno interviene, presto questo diverrà uno Stato-fantasma”.
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