03/02/2022, 14.00
INDONESIA
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Vocazioni: entusiasmo fra i cattolici indonesiani per le parole del papa

di Mathias Hariyadi

In occasione della Giornata della vita consacrata il pontefice ha citato l’Indonesia come esempio per “scovare nuove vocazioni”. Per l’ambasciatore di Jakarta presso la Santa Sede è un riconoscimento e una sfida. Sacerdote indonesiano: è arrivato “il nostro turno” per portare avanti la missione. 

Jakarta (AsiaNews) - Guardare “nell’isola dell’Indonesia” per scovare nuove vocazioni, per smettere di volgersi al passato “con inerzia” e vincere la “paura di cambiare” che rischia di paralizzare la vita, anche quella della Chiesa. Un passaggio di papa Francesco durante la messa celebrata ieri in san Pietro con i religiosi per Giornata della vita consacrata ha suscitato grande entusiasmo fra i cattolici della nazione asiatica, dove essi sono una minoranza nel Paese a maggioranza musulmana più popoloso al mando. Una citazione che ha colto di sorpresa, e lusingato, gli stessi indonesiani presenti alla celebrazione. 

Durante l'omelia per la 26ma giornata mondiale dedicata alla vita religiosa, il pontefice ha detto: “Ma padre non ci sono vocazioni, adesso andiamo nell’isola dell’Indonesia per vedere se ne troviamo qualcuna...”. Parole che sono subito rimbalzate dalla basilica romana all’arcipelago asiatico, suscitando grande gioia - e orgoglio - fra i cristiani locali. Anche se in realtà Francesco le citava per superare questo tipo di ragionamento, andando oltre la crisi delle vocazioni: «Quando stiamo guardando al passato con inerzia, siamo paralizzati dalla paura di cambiare», ha aggiunto subito dopo questa frase.

Interpellato da AsiaNews l’ambasciatore indonesiano presso la Santa Sede Amrih Jinangkung si è detto felice per la citazione a sorpresa del papa, sebbene sia stata poi “emendata” nel testo ufficiale diffuso dalla sala stampa Vaticana che riporta un “andremo in capo al mondo”. E non parla in modo esplicito di Indonesia. “Questo riconoscimento pubblico - sottolinea l’ambasciatore Jinangkung - significa molto per noi” sia per “i complimenti” che come “sfida per l’Indonesia, che potrebbe riempiere i posti vacanti che la maggior parte dei Paesi occidentali deve fronteggiare, per la diminuzione delle vocazioni religiose”. 

P. Paulus ”Polce” Halek Bere, dell’Associazione religiosi indonesiani a Roma (Irrika), spiega come le prole del papa riflettano il modo in cui i cattolici in Europa vogliano “rivitalizzare lo spirito” e trovare una soluzione al fatto che la vita religiosa “risulti sempre meno attraente per i giovani” del continente e, più in generale, dell’Occidente. Ed è uno spunto per riflettere sui sacerdoti, le suore, i religiosi che per decenni hanno lasciato le loro nazioni di origine per instillare il seme della fede in Indonesia. Ora, avverte, “è il nostro turno per portare avanti la missione” in questi Paesi. 

Sparsi per l’Indonesia vi sono molti seminari che accolgono centinaia di giovani che desiderano alimentare la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata, dalla provincia di North Sumatra a Yogyakarta, a Giava Centrale, passando per Jakarta fino a Papua. Solo nella giornata di ieri mons. John Liku Ada, arcivescovo di Makassar (South Sulawesi), ha ordinato sette nuovi sacerdoti a Tanah Toraja, un luogo in cui sono fiorite diverse vocazioni negli ultimi anni. 

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