22/12/2025, 13.35
CINA
Invia ad un amico

Wenzhou: fuochi d'artificio per celebrare l'arresto dei cristiani

A pochi giorni dal Natale in una località della cosiddetta "Gerusalemme d'Oriente" nello Zheijang è in corso una gigantesca retata delle forze di sicurezza contro una comunità protestante che si rifiutava di esporre la bandiera della Repubblica popolare cinese, dopo aver per anni lottato contro la rimozione delle croci. China Aid: almeno 20 le persone arrestate, segnale inquietante per tutte le chiese "non ufficiali".

Milano (AsiaNews) - Uno spettacolo pirotecnico la sera del 15 dicembre ha illuminato improvvisamente la piazza del governo di Yayang, una località della contea di Taishun a Wenzhou, nella provincia dello Zhejiang. Un fatto insolito: nessuna festività o celebrazione ufficiale cadeva in quella data, eppure le autorità locali avevano messo in scena un festeggiamento da un milione di yuan. La vicenda ha sollevato parecchie domande sui social media, alla quale solerti account vicini al Partito hanno risposto che si sarebbe trattato di una «una celebrazione spontanea delle masse per la repressione del crimine violento». Ed è così che è emersa la verità: nei giorni precedenti Yayang è stata teatro di una nuova violenta operazione di repressione contro i cristiani di Wenzhou, la città che proprio per la loro lunga storia e fedeltà è chiamata anche la “Gerusalemme dell’Oriente”.

Wenzhou è la città dove lo stesso sacerdote “ufficiale” posto dalle autorità a capo della diocesi, p. Ma Xianshi, è oggi sotto processo per accuse di “corruzione” intorno alla stampa di un libro dei canti religiosi. Vicenda che i fedeli locali ritengono del tutto inverosimile, ritenendo più probabile che gli stiano invece facendo pagare un’insufficiente fedeltà alla linea del Partito. La vicenda dei fuochi d’artificio riguarda invece la Yayang Assembly, una locale chiesa protestante, ed è stata ricostruita nei dettagli da China Aid, il sito con sede negli Stati Uniti più informato sulla vita delle comunità evangeliche sotterranee cinesi. 

Dal 13 dicembre, oltre mille agenti provenienti da diverse zone dello Zhejiang sarebbero stati inviati a Yayang per effettuare arresti di massa. In pochi giorni, centinaia di persone sono state portate via per interrogatori e almeno 20 risulterebbero detenute. Le autorità hanno bloccato l’accesso alla chiesa, confiscato beni personali e imposto un rigido controllo delle informazioni online. Anche i commenti che collegavano i fuochi d’artificio agli arresti sono stati rapidamente cancellati dai social network cinesi e sostituiti con slogan politici che giustificano l’operazione come una campagna contro il crimine organizzato.

Tra i principali obiettivi figurano due leader religiosi locali, Lin Enzhao (58 anni) e Lin Enci (54 anni), accusati di “provocare liti e disordini”, la definizione utilizzata in Cina contro ogni forma di dissenso. I due in realtà sono noti per aver difeso l’autonomia della chiesa di Yayang, opponendosi in passato alla demolizione delle croci. E oggi avrebbero fatto muro conto l’installazione forzata della bandiera nazionale cinese all’ingresso degli edifici religiosi.

Secondo fonti locali, l’operazione sarebbe il risultato di tensioni accumulate nel tempo tra la comunità cristiana e le autorità, soprattutto in relazione alle politiche statali che mirano alla “sinicizzazione” della religione, imponendo simboli e valori politici negli spazi di culto.

Negli ultimi dieci anni, i cristiani di Yayang si sarebbero distinti per una forte resistenza alle restrizioni governative, diventando un caso “sensibile” per le autorità locali. Dopo gli arresti, il 18 dicembre, il governo ha organizzato una manifestazione ufficiale, mostrando forze armate ed equipaggiamenti per intimidire la popolazione e giustificare la repressione come operazione di sicurezza pubblica. Attualmente, molte attività religiose sono state sospese, la comunicazione tra i fedeli è ostacolata e la situazione resta poco chiara. Per molte chiese non ufficiali in Cina, quanto accaduto a Yayang è visto in questo Natale come un ulteriore segnale allarmante di una repressione sempre più sistematica e nascosta.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il Consiglio mondiale delle Chiese visita i protestanti in Cina (ma solo quelli ufficiali)
05/01/2018 12:34
Pechino proibisce la vendita di Bibbie on-line
05/04/2018 10:48
Due protestanti accusati di "rivelare i segreti di stato" sulle demolizioni di chiese
25/02/2004
Xi Jinping sia ‘misericordioso’ con il pastore protestante condannato a sette anni
16/04/2018 09:46
Lo Stato non riesce a “controllare” la fede
15/12/2006


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”