09/06/2017, 09.31
INDONESIA
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Widodo istituisce una Commissione per promuovere la Pancasila contro l'estremismo

di Mathias Hariyadi

L'unità di lavoro è incaricata di combattere le crescenti ideologie estremiste. L’Ukp-Pip è espressione di una forte ondata “neo-nazionalista”; la risposta del governo alle spinte islamiste dei movimenti radicali. La Chiesa cattolica non vi ha trovato rappresentanza. Contestata la nomina di Ma’ruf Amin, testimone d’accusa nel processo Ahok.

Jakarta (AsiaNews) – Il presidente indonesiano Joko “Jokowi” Widodo ha nominato i membri della Ukp-Pip, un’unità di lavoro presidenziale di nuova istituzione, il cui obiettivo è promuovere l’attuazione dell'ideologia statale della Pancasila [dottrina del pluralismo indonesiano ndr].

Le 10 importanti personalità, tra cui alcuni leader interreligiosi, hanno prestato giuramento lo scorso 7 giugno nel palazzo presidenziale, alla presenza delle massime cariche dello Stato. Yudi Latif, famoso scrittore e studioso della Pancasila, condurrà l'unità di lavoro, incaricata di combattere le crescenti ideologie estremiste nel Paese.

Gli analisti vedono l’Ukp-Pip come espressione di una forte ondata “neo-nazionalista”, nata tra le componenti più moderate della società indonesiana. Essa è la risposta alle spinte islamiste dei movimenti radicali, che negli ultimi mesi hanno causato profonde divisioni politiche, sociali e religiose. L’obiettivo di questi gruppi è la sostituzione della Pancasila con leggi ispirate dalla sharia e l’istituzione di uno Stato islamico indonesiano. L’amministrazione Widodo ha di recente lanciato una campagna politica contro gli estremisti, cui l’ Ukp-Pip è destinata a dar nuovo slancio.

Oltre a Yudi Latif, fanno parte della Commissione anche Megawati Soekarnoputri, ex presidente indonesiano e  donna a capo dell’Indonesian Democratic Party of Struggle (PDI-P), che ricoprirà il ruolo di consigliere capo; Try Sutrisno, già vice presidente della repubblica; Syafi’i Ma’arif, intellettuale musulmano, attivista per il pluralismo ed ex presidente di Muhammadiyah; Mahfud M.D, ex presidente della Corte costituzionale; Ma’ruf Amin, presidente dell’Indonesian Ulema Council (Mui); Andreas Anangguru Yewangoe, presidente della Communion of Churches in Indonesia (Pgi); Wisnu Bawa Tenaya, a capo dell’Indonesia Hindu Religious Councils (Phdi); Sudhamek, presidente della Buddhayana Indonesia Assembly (Mbi).

La Chiesa cattolica non ha trovato rappresentanza nell’unità di lavoro presidenziale, sebbene da sempre molto attiva nel promuovere il dialogo e la convivenza in un Paese composto da diverse etnie e religioni. I critici hanno inoltre contestato la nomina di Ma’ruf Amin. Egli aveva infatti preso parte, in qualità di testimone dell’accusa, nel processo per blasfemia contro Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama. Il procedimento si è concluso con la controversa condanna a due anni di carcere dell’ex governatore cristiano di Jakarta. La sentenza ha suscitato forti polemiche e centinaia di migliaia di indonesiani hanno preso parte ad una vera ondata di proteste pacifiche per mostrare solidarietà ad Ahok. È proprio in queste manifestazioni che gli analisti hanno visto la risposta della società civile moderata al fondamentalismo islamico e la nascita di un “nuovo nazionalismo” indonesiano.

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