30/10/2017, 14.43
CINA
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Xinjiang, ‘più di 30’ parenti di Rebiya Kadeer in prigione per ‘secessione’

Secondo la leader uigura essi sono in prigione o nei campi di lavoro forzato (rieducazione). Ma la loro sorte è simile a quella di “milioni di famiglie uigure”.  Controlli e arresti in aumento.

Monaco di Baviera (AsiaNews/Rfa) - Più di 30 parenti della leader uigura Rebiya Kadeer sono in prigione, compresi due suoi figli che erano stati già detenuti per “attività di secessione” e per “evasione di tasse” (v. foto 2).

Lo conferma la stessa Kadeer, dicendo che ella non è sicura dei luoghi in cui i suoi parenti sono incarcerati, ma è probabile che essi siano “stati mandati in prigione o nei campi di rieducazione”. Dallo scorso aprile migliaia di uiguri accusati di “estremismo” e di visioni politiche “non corrette” hanno subito la stessa sorte.

A Rfa, la Kadeer ha dichiarato: “Dei miei parenti più stretti - compresi I miei figli e I miei nipoti, almeno 11 persone sono detenute. Ma se include i figli di mio fratello e altri parenti, sono arrestati più di 30”.

Rebiya Kadeer, 70 anni, madre di 11 figli e businesswoman di successo, è stata imprigionata dal 1999 al 2005 per aver inviato notizie sulla situazione degli uiguri all’estero. Subito dopo ella ha potuto recarsi negli Usa in esilio.  Da allora i suoi figli sono o agli arresti domiciliari o arrestati per “attività secessioniste”.

Quando la Kadeer è divenuta presidente del Congresso mondiale degli uiguri (World Uygur Congress, con base in Germania), Pechino ha diffuso video di alcuni dei suoi figli che l’accusavano di “separatismo”.

In ogni modo, la leader uigura ha sottolineato che la sua famiglia è solo una dei “milioni di famiglie uigure… che pagano il prezzo per chiedere i nostri legittimi diritti”.

Il gruppo etnico degli uiguri, musulmano, lamenta una colonizzazione economica e culturale dello Xijiang. Alcuni gruppi lottano per l’indipendenza della regione, ma la maggioranza vorrebbe solo avere molta più autonomia. Pechino però accusa tutta la popolazione di separatismo e terrorismo, sottomettendola a controlli, discriminazioni, repressione religiosa.

Da febbraio scorso il governo cinese ha incrementato i controlli su tutta la popolazione e gli arresti per centinaia di persone.

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