30/05/2022, 10.05
INDONESIA
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Yogyakarta: morto Buya Syafi'i, musulmano campione di dialogo, ‘amico’ dei cattolici

di Mathias Hariyadi

Presidente di Muhammadiyah e docente universitario, Ahmad Syafi’i Maarif è morto il 27 maggio scorso a pochi giorni dall’87mo compleanno. L’impegno per il dialogo gli è valso il Magsaysay Award nel 2008. Il cordoglio del presidente Widodo per la scomparso di un grande indonesiano. Il saluto della Chiesa locale. 

Jakarta (AsiaNews) - Un vero amico dei cattolici e una personalità di primo piano nel dialogo interreligioso. L’Indonesia piange la scomparsa di Ahmad Syafi’i Maarif, intellettuale musulmano che ha speso gran parte della decennale carriera come docente all’Università statale di Yogyakarta e ha guidato dal 1998 al 2005 il Muhammadiyah, seconda organizzazione islamica (moderata) del Paese. Nato a Sumpur Kudus, cittadina della provincia di West Sumatra, fra i meriti ha anche quello di aver fondato il premio Ma’arif, legato all’omonimo istituto in prima fila nel promuovere l’armonia e l’incontro fra fedi e culture diverse.

Ahmad Syafi’i Maarif, meglio noto col soprannome di Buya Syafi'i, è nato il 31 maggio 1935 ed è deceduto il 27 maggio, poco prima di compiere 87 anni, in un ospedale di Yogyakarta dove era ricoverato da qualche giorno per una malattia. In passato ha ricoperto la carica di presidente della Conferenza delle religioni per la pace ed era conosciuto e apprezzato per l’interpretazione moderata e progressista dell’islam. L’impegno per il dialogo e l’opera per lo sviluppo della nazione capace di abbracciare tutte le sue anime e componenti, gli sono valsi il Magsaysay Award nel 2008. 

Il premio Ma’arif, legato alla sua opera, è stato assegnato a diverse personalità di primo piano del Paese. Fra gli insigniti vi è anche il missionario p. Carolus “Charlie” Burrows, oblato di origini irlandesi, che lo ha conquistato nel 2012. Il suo lavoro e la sua opera hanno attirato l’interesse di organizzazioni non governative e realtà istituzionali, lo stesso presidente Joko “Jokowi” Widodo ha voluto esprimere le proprie condoglianze per la morte “di una personalità di primo piano”. 

Il corpo è stato esposto nella moschea di Kauman per un saluto di conoscenti e semplici cittadini, prima delle esequie. Poi è stato sepolto nel cimitero di Muhammadiyah a Kulon Progo, sobborgo della regione a statuto speciale di Yogyakarta. “Addio - ha detto il presidente - al guru del dialogo interreligioso”, il quale ha ricordato anche il loro ultimo incontro nel marzo scorso. 

Forte sostenitore del dialogo e della tolleranza, i suoi scritti sulla società civile sono stati pubblicati e rilanciati da molti media indonesiani, nazione musulmana più popolosa al mondo e in cui non sono mancati - e si verificano tuttora - episodi di violenze di matrice confessionale. Questo suo impegno è confermato dalla profonda stima e dai rapporti che ha saputo far nascere e coltivare con il mondo cattolico, che lo considera da tempo “un vero amico”.

P. Yohanes Dwi Harsanto, dell’arcidiocesi di Semarang, è stato fra i primi a rendere omaggio al defunto. Interpellato da AsiaNews Indro Suprobo, attivista per il dialogo interreligioso a Yogyakarta, conferma che i gesti più significativi Buya Syafi'i li ha compiuti verso i non musulmani, in particolare i cattolici. “Quando il sacerdote gesuita tedesco p. Karl Edmund Prier è stato vittima di un attacco brutale di estremisti islamici locali mentre celebrava l’eucaristia - ricorda Indro Suprobo - è stato proprio un gesto amichevole di Ma’arif, che ha fatto visita di cortesia al sacerdote colpito e ha manifestato le preoccupazioni per la vicenda, a favorire una distensione”. Al tempo stesso, conclude, “Maarif ha visitato anche l’assalitore per stigmatizzare le sue visioni intransigenti contro i cristiani, che hanno lavorato duro per minimizzare l’estremismo religioso”.

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