25/06/2025, 13.44
INDIA - USA
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Zohran Mamdani, il candidato sindaco di New York di origini indiane che ha criticato Modi

Figlio dell’antropologo Mahmood Mamdani e della regista Mira Nair, il 33enne socialista ha vinto le primarie democratiche per la carica di sindaco della Grande Mela. Critico verso il primo ministro indiano e vicino alla causa palestinese, se eletto diventerà il primo sindaco musulmano sciita della città. Ma la sua formazione politica è stata fortemente influenzata dai genitori indiani.

New York (AsiaNews) - Ieri Zohran Mamdani ha vinto le primarie democratiche per la carica di sindaco di New York battendo l’ex governatore Andrew Cuomo, un segnale di cambiamento importante all’interno delle correnti della sinistra statunitense, dove l’ala centrista appare sempre più marginalizzata. Entrambi i genitori sono indiani, mentre a inizio anno ha sposato l’illustratrice Rama Duwaji, 27 anni, nata a Damasco in una famiglia di artisti oggi residenti a Dubai.

Mamdani, durante le primarie, rispondendo alla domanda di un giornalista, ha ricordato che la famiglia di suo padre è originaria dello Stato del Gujarat, dove il “primo ministro Narendra Modi ha contribuito a orchestrare quello che è stato un massacro di massa di musulmani” locali, “al punto che non crediamo nemmeno più che esistano musulmani gujarati”, e questa - ha continuato Mamdani parlando di Modi - è una persona “che dovremmo considerare alla stessa stregua di Benjamin Netanyahu”, cioè “un criminale di guerra”. Il riferimento è alle violenze tra indù e musulmani che durarono tre giorni nel 2002, quando Modi era chief minister del Gujarat e per questo venne accusato di non aver fatto abbastanza per fermare le violenze. Oggi circa il 10% della popolazione dello Stato è musulmana.

Di recente, Zohran, che si è fin da giovane battuto per la causa palestinese, è stato anche accusato di antisemitismo. Durante i dibattiti delle primarie, a una domanda sul diritto di Israele di esistere come Stato ebraico ha risposto: “Credo che Israele abbia il diritto di esistere come uno Stato con pari diritti” e ha poi proseguito dicendo di non essere “a suo agio a sostenere qualsiasi stato che abbia una gerarchia di cittadinanza sulla base della religione o di qualsiasi altra cosa”. 

Il 33enne, che si dichiara socialista, tra le altre cose, ha proposto di finanziare, tramite un aumento delle tasse ai residenti più ricchi di New York, autobus gratuiti all’interno della città, assistenza all’infanzia, un maggior numero di supermercati con beni di prima necessità e affitti a canone calmierato. Se eletto (le votazioni si terranno a novembre) sarà anche il primo sindaco musulmano (sciita) nella storia della città. Nonostante sia cresciuto negli Stati Uniti, dove è approdato all’età di sette anni, e abbia ottenuto la cittadinanza nel 2018, la sua formazione politica è strettamente legata alla sua storia familiare e in particolare al padre, antropologo indiano e docente alla Columbia University che si è a lungo occupato di studi post-coloniali in Africa dopo aver vissuto in Uganda e Tanzania, mentre la madre è Mira Nair, nota regista di indiana. Lo stesso Zohran è nato a Kampala e ha frequentato i primi anni di scuola a Cape Town, in Sudafrica. 

Il padre, Mahmood Mamdani, è nato a Bombay nel 1946, ma è cresciuto in Uganda, dove si era creata, ai tempi dell’impero coloniale britannico, un’importante diaspora indiana attiva in alcuni settori economici strategici. Negli anni ‘60, durante la presidenza Kennedy e nel periodo della decolonizzazione, volò negli Stati Uniti grazie a una borsa di studio. Studiò scienze politiche all’Università di Pittsburgh, e prese anche parte alle manifestazioni per i diritti civili degli afro-americani, rischiando il carcere per le sue posizioni politiche. Proseguì gli studi alla Tufts University e ad Harvard, dove conseguì un dottorato di ricerca con una tesi dal titolo “Politica e formazione di classe in Uganda”.

Nel 1972, il governo ugandese guidato da Idi Amin espulse tutti i cittadini di origine indiana, compreso Mamdani, a cui venne revocata la cittadinanza per aver affermato che la carestia nel Paese era anche una responsabilità umana. Insegnò in diversi atenei africani e dopo la caduta del presidente Milton Obote, di cui era stato critico, tornò in Uganda verso la fine degli anni ‘80 per fondare il primo think tank locale, il Centre for Basic Research. La sua ricerca si è fino in anni recenti concentrata sulla creazione degli Stati post-coloniali partendo dall’analisi dell’istituzione coloniale, considerata un Giano bifronte, composto cioè da un “dominio diretto” sulle città che concedeva in minima parte diritti e libertà escludendo però la maggior parte dei nativi, e un “dominio indiretto”, ovvero una forma di governo rurale basato sulle tradizioni locali ma applicato da una “autorità tribale rurale” che Mamdani definisce “dispotismo decentralizzato”, e da cui spesso scaturiscono le forme di potere di stampo autoritario, di fatto perpetrando una dinamica coloniale anche dopo la fine dell’occupazione straniera. Anche in diverse analisi dei conflitti africani, spesso vengono citate le divisioni imposte dalle potenze colonizzatrici tra “indigeni” e “non indigeni” che avrebbero poi favorito i conflitti interetnici.

Non è difficile immaginare che le idee di giustizia abitativa, difesa dei diritti degli immigrati e di inclusione razziale a cui si appella Zohran, che ha una laurea triennale in Studi africani, siano un’eredità del padre. La madre, invece, Mira Nair, è originaria dell’Orissa e anche lei si trasferì negli Stati Uniti a 19 anni con una borsa di studio, ma conobbe il futuro marito in Uganda durante le ricerche del film "Mississippi Masala”. Nei suoi lavori ha spesso toccato temi come le intersezioni tra culture e classi sociali, raccontando diaspora indiana, i conflitti tra tradizione e modernità, e le sfide dell'adattamento in un Paese straniero.

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