Il premier Srettha Thavisin ha illustrato l’idea alle controparti di Cambogia, Laos, Malaysia, Myanmar e Vietnam. Una mossa finalizzata all’allargamento del flusso di visitatori nei vari Paesi e per alimentare i proventi del settore. Tuttavia, per alcuni esperti esso risulterebbe meno snello perché richiede maggiore coordinamento nelle approvazioni.
Le notizie di oggi: tribunale di Bangkok condanna uomo d’affari cinese e tre complici per aver gestito un circuito di madri surrogate. Accordo fra Fmi e Islamabad per lo stanziamento di una prima trance di 1,1 miliardi di dollari. Aramco aumenterà la produzione di gas del 60%. Due attivisti pro minoranze vietnamiti condannati al carcere per “abuso di libertà democratiche”.
Confermate le voci che filtravano da giorni di un ritiro imminente. Il Partito comunista ha accolto le “dimissioni” del 53enne leader, legate a “mancanze” che hanno determinato un “impatto negativo” sull’opinione pubblica. Domani in programma la sessione straordinaria del Parlamento, l’elezione del successore potrebbe avvenire in tempi brevi.
Le notizie di oggi: almeno 15 palestinesi uccisi in un raid israeliano al campo profughi di Nuseirat. In India i serbatoi di acqua segnano i livelli più bassi degli ultimi cinque anni. Pyongyang lancia razzi “super-large” capaci di colpire Seoul. Abitanti di un villaggio in Laos accusano azienda cinese di inquinare il Mekong.
Le notizie di oggi: solo il 51,7% dei sud-coreani vogliono sposarsi, il 28,3% intende avere “con certezza” figli. Hanoi registra perdite annuali di raccolto per tre miliardi di dollari, in crisi il delta del Mekong. Le elezioni in India in programma fra il 19 aprile e i primi di giugno. Il governo israeliano ha istituito per il 7 ottobre la giornata nazionale annuale in ricordo della “catastrofe”. Il presidente russo Putin rieletto con l’87,17% dei voti.
Dal 4 marzo scorso non si hanno notizie certe sulla loro sorte. Il fermo è avvenuto senza mandato o spiegazioni sui motivi. Essi sono parenti del pastore Y Khen Bdap, anch’egli condannato nel 2004 a quattro anni per “disturbo dell’ordine pubblico” per le attività religiose. Già in passato la comunità era stata oggetto di violenze e persecuzioni a sfondo confessionale.