02/11/2021, 13.00
IRAN
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Iran, la piaga del lavoro minorile fra crisi economica e sanzioni internazionali (VIDEO)

di Hosein Alizade

Per le vie di Teheran e delle città più importanti vi sono gruppi di bambini che chiedono carità, puliscono vetri, raccolgono immondizia. I più piccoli hanno tre anni, spesso vengono spinti dalle loro stesse famiglie, incapaci di rispondere ai bisogni. Stime parlano dai quatto ai sette milioni di lavoratori minori di età. Nessuna risposta da governo e Parlamento.

Tehran (AsiaNews) - Percorrendo le vie di Teheran, appena si giunge a un incrocio non è raro vedere capannelli di bambini e giovani di età compresa fra i 3 e i 15 anni intenti a lavorare per sopravvivere, da soli o in gruppo, compiendo le più svariate attività: chiedere la carità, pulire vetri e finestrini delle auto, vendere fiori (soprattutto narcisi) o fare gli oroscopi. Sulla gran parte dei loro volti si scorgono i segni dell’innocenza e della fatica al tempo stesso, causati dai lavori riprovevoli sia nelle stagioni calde che in quelle fredde, con mani stanche e callose, facendo cose che altri loro coetanei non si sognano nemmeno. 

Alla loro vista viene spontaneo chiedersi da dove vengano, chi siano e quali siano le famiglie di appartenenza, ma soprattutto perché siano costretti a lavori così duri e in condizioni pessime. Il fenomeno è cresciuto a dismisura dall’inizio della pandemia di Covid-19, e ancora oggi a distanza di oltre un anno e mezzo, continua a diffondersi giorno dopo giorno. 

Fra le ragioni che spingono i minori, fin da piccoli, a lavorare sono i problemi economici che attanagliano le loro famiglie, sommati a problemi di dipendenze dei loro genitori: in alcuni casi uno o entrambi i genitori fanno uso di droghe e per questo non lavorano o la loro attività non basta per garantirne la sopravvivenza. Per questo molti scelgono di fare figli per poi mandarli a mendicare e guadagnare qualche soldo per sostenere i bisogni della famiglia. Spesso un bambino è visto come una fonte di reddito e, fin dalla nascita, sono avviati al lavoro minorile. 

Mohammad, 15 anni non ancora compiuti, è uno dei tanti che abbiamo incontrato mentre raccoglieva immondizie dalla strada. “Lo faccio da cinque anni” racconta ad AsiaNews, mentre indica altri due bambini aggiungendo che “adesso, per poter racimolare più spazzatura e rifiuti, ho dovuto ‘assumerne’ altri due per raggiungere gli obiettivi”. Spesso quando hanno meno di 10 anni il denaro guadagnato viene prelevato interamente dalle famiglie, ma quando diventano più grandi imparano a metterne da parte per far fronte alle necessità al momento del bisogno. 

Il lavoro minorile non è limitato però alle strade della capitale e anche attorno a Teheran vi sono negozi e attività commerciali che li sfruttano. Fra gli esempi abbiamo fabbriche di mattoni, autofficine, aziende agricole. Secondo i dati raccolti dalle ong iraniane del settore, risalenti a due anni fa, vi sarebbero almeno 5mila bambini lavoratori per le strade della capitale, 930 a Karaj, 1.063 a Tabriz e 950 a Kerman, ma il dato reale potrebbe essere di gran lunga maggiore. Alcune stime parlano dai quattro ai sette milioni di bambini lavoratori in Iran. Come conferma l’ex parlamentare Ahmad Bigdeli, il loro sfruttamento costituisce uno dei più importanti problemi dal punto di vista sociale. 

Rahman lavora assieme al figlio in una fabbrica di mattoni nei pressi di Karaj. Egli ha detto di aver dovuto portare con sé il bambino di 10 anni a causa del basso salario che percepisce, a fronte di un carico assai maggiore a livello di tempo. La piccola va assieme a lui tre giorni a settimana, per contribuire ai fabbisogni della famiglia. Ad acuire le difficoltà l’alto tasso di inflazione, la povertà,  la disoccupazione e i bassi redditi familiari - legati anche alle sanzioni internazionali alla Repubblica islamica per il programma atomico - e che spingono molti genitori a sfruttare per primi i loro figli per far fronte alle spese. Quella del lavoro minorile è una emergenza sempre più pressante, mentre governo e Parlamento sembrano incapaci di fornire risposte adeguate nel breve periodo. 

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