31/05/2007, 00.00
IRAQ
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Apre domani, nel nord Iraq, il Sinodo della Chiesa caldea

L’incontro dei vertici ecclesiastici iracheni e della diaspora verterà sulla condizione della comunità, dimezzata da una vera e propria campagna di persecuzione in tutto il Paese. Ad al Qosh presente anche il nunzio, mons. Chullikat. Ieri 1000 tra iracheni dell’emigrazione e parlamentari svedesi hanno marciato a Stoccolma per chiedere più protezione e rispetto verso i cristiani, di ogni denominazione, in Iraq.
Erbil (AsiaNews) – Prenderà il via domani, 1 giugno, e durerà una settimana, il Sinodo della Chiesa caldea. L’incontro si svolgerà nel monastero dei monaci caldei ad al Qosh, cittadina nel nord Iraq, vicino Mosul. Il procuratore caldeo presso la Santa Sede, mons. Philip Najim, racconta ad AsiaNews che “nonostante la scarsa sicurezza, il Patriarca stesso e i vescovi hanno scelto di tenere il Sinodo in patria e non all’estero, per dare un forte segno di solidarietà al nostro popolo, per dire loro che siamo presenti e ci sono a cuore le loro vite”. L’ultimo Sinodo caldeo si era tenuto, invece, a Roma nel novembre 2005.
 
Proprio “il problema della sicurezza della comunità, ormai dimezzata dall’emigrazione forzata, sarà il centro delle discussioni del Sinodo”, dice mons. Najim. Secondo fonti di AsiaNews a Baghdad, si parlerà in particolare “delle numerose famiglie cristiane costrette a vivere per strada dopo che estremisti islamici hanno loro espropriato ogni bene materiale”. Mons. Najim riferisce poi che in agenda vi è anche “il futuro del seminario Babel College (unica facoltà teologica nel Paese, trasferito dalla capitale in Kurdistan, ndr) e la condizione delle diocesi dentro e fuori l’Iraq, soprattutto in Medio Oriente”.
 
Ad al Qosh saranno presenti i vescovi caldei della diaspora, “arriveranno da Stati Uniti, Canada, Australia e Libano”. Sarà presente anche il nunzio vaticano in Iraq, mons. Francis Chullikat. Alla domanda se problemi di sicurezza potranno trattenere alcuni presuli iracheni dal viaggiare verso il nord, il procuratore risponde “quando il Patriarca convoca un Sinodo tutti i vescovi sono obbligati a partecipare, come stabilito dal diritto canonico delle Chiese orientali”.
 
L’incontro di al Qosh sarà anche un momento per riportare all’attenzione pubblica mondiale la tragica condizione dei cristiani in Iraq, oggetto di una vera e propria pulizia etnica. Per questo ieri a Stoccolma, in Svezia, dove risiede una consistente comunità di caldei della diaspora, circa mille persone (nella foto) hanno marciato nel centro cittadino, davanti al Parlamento svedese, esponendo striscioni con scritto “Non uccidete i cristiani in Iraq”. Alla manifestazione hanno partecipato anche alcuni deputati svedesi, che hanno lanciato un appello per una maggiore protezione dei cristiani.
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