24/10/2008, 00.00
GIAPPONE
Invia ad un amico

Arrestata per avere ucciso il “marito virtuale” di un mondo online

In un mondo web, la donna si infuria perché il “marito” divorzia, senza nemmeno una spiegazione. Per vendetta, penetra nel computer dell’autore del “marito” e lo “uccide”. Ora rischia anche 5 anni di carcere per avere manomesso l’altrui computer.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il marito virtuale di un sito online divorzia e la donna, infuriata, manomette il computer del creatore di questo marito e lo “elimina”. Per questo è stata arrestata e rischia sino a 5 anni di carcere. La donna, una giapponese, insegnante di piano di 43 anni, ha creato un proprio avatar (personaggio virtuale) sul sito online interattivo “Maple Story”, dove questi personaggi immaginari vivono e hanno persino una vera e propria vita sociale. Ma un giorno il marito virtuale “d’improvviso divorzia, senza una parola di spiegazione. Questo mi ha fatto infuriare”, dirà poi alla polizia.

Così a maggio usa le informazioni ricevute dall’autore dell’avatar suo marito, quando erano “felicemente sposati”, penetra nel suo computer e lo “uccide”. Quando l’uomo scopre che il suo avatar è morto, denuncia tutto alla polizia.

Ora la donna è stata arrestata a Miyazaki, per accesso illegale al computer dell’uomo e manipolazione dei suoi dati, ed è stata portata a Sapporo, lontana mille chilometri. Ha ammesso tutto e ha aggiunto di non avere mai pensato a una qualsiasi vendetta nella vita reale. Queli che ha commesso sono comunque reati gravi per la legge nipponica, che prevedono il carcere fino a 5 anni o una multa fino a 5mila dollari.

Questi mondi virtuali sono sempre più frequentati da persone che ci vivono vere vite parallele, nelle quali, ad esempio, vivono le avventure e ottengono il successo che non hanno nel mondo reale, oppure abbandonano le inibizioni per compiere attività che non farebbero nella realtà. Peraltro in questi mondi ci sono regole precise e rigide: chi non le rispetta può esserne “espulso” inibendogli ulteriori accessi.

Non mancano casi in cui queste vite immaginarie hanno avuto conseguenze nel mondo reale. A Tokyo un ragazzo di 16 anni è accusato di avere “rubato” i dati e la password di un altro giocatore online per sottrargli 360mila dollari di denaro “virtuale”.

Ad agosto una donna del Delaware (Usa) è stata accusata di avere tramato il rapimento di un ragazzo con cui si era “fidanzata” sul sito web “Second Life”.

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: dal computer il rischio di non sapersi più concentrare e di isolarsi nel virtuale
01/12/2008
L’Osce chiede al Kirghizistan di cessare l’oscuramento delle notizie web
19/03/2010
Pechino, nuova ondata di censura: bloccata la ricerca sui maggiori siti cinesi
20/06/2006
Parenti dell’ex presidente si auto-accusano di riciclaggio
21/01/2009
Dopo 15 anni di carcere, riconosciuto innocente un nepalese a Tokyo
18/06/2012


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”