14/07/2009, 00.00
CINA - AUSTRALIA
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Arresti per spionaggio industriale: a rischio i rapporti commerciali tra Cina e Australia

Si allargano le indagini, dopo che dal 5 luglio sono detenuti funzionari della ditta mineraria australiana Rio Tinto. Canberra insiste perché siano comunicate le accuse. Esperti: il mondo commerciale giudicherà Pechino da come tratterà questa vicenda.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Si allargano le indagini per spionaggio industriale che hanno portato all’arresto di 4 dipendenti della compagnia australiana Rio Tinto: i media cinesi oggi riferiscono che sono sotto accusa anche 5 dirigenti di acciaierie cinesi. Intanto le autorità australiane insistono per avere maggiori notizie da Pechino.

Tra i nuovi indagati c’è il responsabile commerciale del Baosteel Group, maggior produttore cinese di acciaio, come pure i direttori esecutivi delle ditte Anshan Iron and Steel Group, Laigang Group e Jigang Group, mentre un responsabile del Shougang Group è detenuto dalla scorsa settimana. Si ignorano le accuse esatte.

Intanto ieri l’Autralia ha insistito con l’ambasciatore cinese per avere migliori notizie riguardo all’arresto a Shanghai dell’australiano Stern Hu, direttore esecutivo del Rio Tinto Group, e di tre dipendenti cinesi, detenuti dal 5 luglio. Le autorità cinesi hanno finora solo confermato l’arresto con l’accusa di “sottrazione di segreti di Stato”, senza spiegare meglio.

I settori di acciaio ed energia sono considerati di primaria importanza da Pechino e le relative informazioni sono spesso considerate segreti di Stato. La ditta Rio Tinto, terza maggiore impresa mineraria mondiale con sede a Londra ed uffici esecutivi a Melbourne, stava negoziando con la Cina il prezzo per la fornitura del minerale ferroso. La trattativa è difficile perché la Cina, maggior produttore mondiale di acciaio, chiede una forte riduzione di prezzo a seguito della crisi globale, mentre la Rio vorrebbe concedere una diminuzione non superiore a un terzo, come già accettata dalle compagnie di Giappone e Corea del Sud. Pare che i dipendenti della ditta siano accusati di avere pagato funzionari delle ditte cinesi di acciaio per avere informazioni riservate. E’ un’accusa grave perché lo spionaggio è punito anche con l’ergastolo.

La vicenda rischia di compromettere gli ottimi rapporti tra l’Australia e la Cina, che ne è il primo partner commerciale. Ross Garnaut, ex ambasciatore australiano in Cina, ha osservato che “per le future relazioni commerciali tra la Cina e il mondo è importante che la questione sia trattata in tempi rapidi e in modo da rispettare i principi” del diritto.

Tra gli analisti è diffuso il dubbio che gli arresti siano strumentali per ottenere migliori condizioni, dopo che la Rio aveva minacciato che non avrebbe venduto l’acciaio al prezzo voluto da Pechino.

Anche perché esperti del settore osservano che le principali ditte cinesi in settori strategici (come energia, petrolio, minerali) sono sempre controllate dai servizi segreti cinesi. Mentre non è raro che le grandi compagnie ricorrano a espedienti durante le trattative per importanti accordi.

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