30/11/2012, 00.00
ISRAELE – PALESTINA
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Attivista israeliano: Il voto per la Palestina è un passo verso la pace

di Joshua Lapide
Per Ron Pundak, il voto all'Onu aiuterà la comunità internazionale e Israele a camminare verso la soluzione "Due popoli, due Stati". Vi è bisogno di un cambio di governo. La dura posizione di Netanyahu e Lieberman. "C'è bisogno di persone come Rabin o Olmert".

Tel Aviv (AsiaNews) - "Il voto sulla Palestina all'Onu dà l'avvio a un nuovo processo che è stato fermo per troppo tempo". Esso aiuterà Israele e la comunità internazionale "a rispettare e lavorare per il principio 'Due popoli, due Stati', fianco a fianco, in pace".

È quanto afferma ad AsiaNews l'attivista Ron Pundak, presidente del Peace Forum, una sigla che riunisce 60 organizzazione pacifiste in Israele, che ieri sera, quasi in contemporanea con le città palestinesi, hanno festeggiato a Tel Aviv l'entrata della Palestina all'Onu come Stato non-membro.

Ron Pundak è noto per le sue posizioni pacifiste. Egli è stato fra le personalità che hanno lavorato in passato per gli accordi di Oslo del 1993, che prospettavano un cammino comune di Israele e Palestina, verso la soluzione dei due Stati.

 "Il voto sulla Palestina all'Onu per un Stato non membro - ha detto ad AsiaNews -  è molto importante. Esso darà l'avvio a un nuovo processo che è stato fermo per troppo tempo. Riconoscere la Palestina come "Stato non membro" all'interno dei confini del '67 aiuterà anche la comunità internazionale a rispettare e lavorare per il principio di "Due popoli, due Stati", fianco a fianco, in pace".

"Questo riconoscimento internazionale - aggiunge - potrebbe aiutare anche la situazione interna di Israele. Nel Paese attualmente vi è un governo che è quanto di più opposto si possa pensare alla soluzione 'Due popoli due Stati'".

In effetti il governo di Benjamin Netanyahu, appoggiato dal partito di Avigdor Lieberman (Yisrael Beytenu), ha assunto una posizione dura nei confronti dei palestinesi, sostenendo la crescita delle colonie israeliane nei territorio occupati, rendendo sempre più difficile la realizzazione di uno Stato palestinese.

"Ma il 22 gennaio prossimo ci saranno le elezioni - aggiunge Pundak - e la popolazione israeliana potrebbe decidere in favore di una soluzione di pace".

È anche vero che - forse su influenza di questo governo - nella popolazione israeliana si notano molti segni di chiusura e di velato razzismo. Vi sono proposte per il futuro che immaginano progetti di un solo Stato israeliano, in cui i palestinesi diventino cittadini di seconda classe.

"Per quello che ne so - ha ancora dichiarato Pundak - la gente in Israele cerca un accordo con i palestinesi e pensa possa esservi la possibilità di un vivere fianco a fianco nella pace. Ma per varare questa idea c'è bisogno di leader come Rabin o come Olmert che in passato hanno fatto dei passi reali verso la pace".

Ytzhak Rabin è il capo di governo che ha firmato gli Accordi di Oslo con Yasser Arafat, ucciso nel 1995 da un colono ebreo estremista. Ehud Olmert aveva aperto dialoghi con Siria, Libano e Paesi arabi per un piano complessivo di pace in Medio Oriente. Nel 2008 si è dimesso dalla carica di primo ministro, accusato di corruzione dai suoi nemici.

"Io sono realista - afferma Pundak - non facilmente ottimista. Le elezioni sono fra tre mesi. Dobbiamo impegnarci per questo cambiamento".

Proprio ieri, alla vigilia del voto all'Onu, Olmert ha dichiarato: "Io credo che la richiesta palestinese... è congrua con il concetto base della soluzione dei due Stati... In Israele dobbiamo impegnarci in un serio processo di negoziati, per accordarci su precisi confini basati sulle linee del 1967 e risolvere le altre questioni".

Ehud Olmert non ha ancora detto se parteciperà o no alle elezioni di gennaio.

 

 

 

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