25/01/2006, 00.00
INDONESIA
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Bali, "piange" l'industria del turismo

Gli attentati del 1 ottobre sembrano aver dato il colpo di grazia al settore, già prostrato dalle bombe del 2002 e dalle paure di tsunami e Sars. Negli ultimi mesi gli arrivi di stranieri sull'isola sono scesi del 60% e il governo non ha ancora messo in atto un serio piano per garantire la sicurezza.

Bali (AsiaNews/Agenzie) – Gli operatori turistici di Bali sono preoccupati per il futuro della loro industria, "linfa vitale" non solo per l'economia dell'isola, ma anche per quella indonesiana. Gli attacchi terroristici dello scorso ottobre hanno minato seriamente il flusso dei turisti, già in calo dopo le bombe del 2002, la paura della Sars nel 2003 e lo tsunami e l'influenza aviaria di quest'anno. Il governo inoltre non ha ancora provveduto in modo serio a garantire sicurezza nella zona.

Secondo stime ufficiali, dal 1 ottobre - quando le esplosioni in 3 ristoranti hanno ucciso 20 persone - il turismo estero è diminuito del 60%, passando da circa 5 mila arrivi giornalieri a 2.100. Bagus Sudibya dell'Ufficio turismo di Bali, avverte che l'isola sta perdendo intorno ai 2 milioni di dollari al giorno. L'industria turistica in Indonesia frutta 5 miliardi di dollari l'anno, di cui i quattro quinti provengono da Bali. L'economia di quest'isola di 2 milioni di abitanti si regge per l'85% sul turismo.

Dopo gli attentati del 2002, che causarono 202 morti, Bali ha conosciuto una forte crescita della disoccupazione e il collasso di diverse piccole imprese. Allora circa un terzo dei lavoratori balinesi perse il posto. Hotel e ristoranti erano così vuoti che i proprietari ne avevano approfittato per chiudere e rinnovare i locali. Con la speranza in una ripresa futura, che oggi però sembra svanita.

"Bali sta piangendo – esclama Komang, manager in un economico hotel sulla spiaggia – la gente non sa neppure se riuscirà ad avere del riso sulla sua tavola".

Molti dirigenti del settore prevedono che il turismo straniero non tornerà mai ai livelli dell'anno scorso. Gli albergatori non hanno ancora licenziato gli impiegati, ma tengono a casa il 60% dello staff con lo stipendio dimezzato.

Putu Ekawati, manager del Nusa Dua Bali Hotel, riferisce che per le passate vacanze natalizie e il Capodanno l'albergo era pieno al 90%, ma "le prenotazioni per febbraio sono solo al 9%".

Gli sforzi del governo per garantire sicurezza e ripresa economica non sembrano bastare. Tjokorda Oka Sukawati, presidente del dipartimento locale dell'Associazione degli hotel e ristoranti indonesiani, denuncia che "non ci sono ancora passi concreti nelle misure di sicurezza e se il governo non risponde velocemente…ho paura che questo sarà un ostacolo alla ripresa".

Tra gli interventi previsti da Jakarta vi è la creazione del Consiglio di sicurezza di Bali, con il compito di integrare le operazioni di sicurezza tra i villaggi e il livello provinciale.

L'ex capo della polizia di Bali, I Made Mangku Pastina, ha proposto una legge regionale che impone, tra le altre misure, telecamere a circuito chiuso in hotel, ristoranti e zone pubbliche, ma ancora non è stato formulato neppure un progetto di legge. Albergatori e ristoratori dicono che il miglioramento della sicurezza è stato lasciato tutto alla loro iniziativa. "Se i sistemi di sicurezza non sono in atto – afferma un operatrice del settore – sarà difficile per noi (promuovere Bali)".
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