18/06/2013, 00.00
THAILANDIA
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Bangkok, medico cattolico: Donate gli organi, aiutate la medicina

di Weena Kowitwanij
Un neurochirurgo della Mahidol University lancia l’appello per la donazione “post mortem” del corpo. L’iniziativa intende migliorare la pratica agli studenti di chirurgia e garantire una crescita del settore medico. In Asia vi sono molte resistenze pratiche e culturali alla donazione di sangue e organi

Bangkok (AsiaNews) - Salvare la vita di altre persone, donando il proprio corpo per la ricerca e la pratica di giovani studenti di chirurgia. È l'appello lanciato da un medico cattolico thai, secondo cui solo la sperimentazione effettiva può garantire un miglioramento della preparazione dei dottori. Un elemento ancor più evidente quando si entra nel campo degli interventi chirurgici, dove lo studio sui libri e le conoscenze reperibili in rete non bastano se manca una preparazione (anche e soprattutto) tecnico-pratica e operativa.

Di recente il dott. Sorayugh Chamnanwej, neurochirurgo del Ramathibodee Hospital alla Mahidol University (Bangkok), ha inviato una lettera a colleghi e docenti del dipartimento di medicina, sottolineando le difficoltà nella preparazione degli studenti. In particolare, la scuola di chirurgia necessita di formazione approfondita nei settori "dell'anatomia e della fisiologia patologica".

Assieme alla diffusione delle conoscenze, sempre più agevole grazie ai muovi media, egli sottolinea l'importanza della "pratica", che permette di approfondire "sul campo", ovvero in sala operatoria, quanto appreso sui libri. Per questo il medico-chirurgo auspica che sempre più persone decidano di donare (dopo la morte) il proprio corpo alla ricerca.

Al riguardo egli ha condiviso la nascita di un progetto specifico presso il Dipartimento di medicina del Ramathibodee Hospital, dal titolo "Anatomia clinica e Laboratorio per la ricerca medica" (Care). Esso è rivolto nello specifico a studenti del quarto quinto e sesto anno di medicina, che potranno in questo modo approfondire la pratica e operare su cadaveri donati alla scienza. "Per rispettare appieno il corpo - conclude il chirurgo - viene posta una corona di fiori e ghirlande sul cadavere, prima che questo venga preparato per la sala operatoria. Per un fine vita, che sia foriero di nuova vita [...] e permetta di salvare le vite di molti altri pazienti".

Le popolazioni asiatiche - in genere - sono restie alla donazione di sangue, organi o del proprio corpo per la ricerca scientifica o per salvare vite umane. Negli ultimi anni si registra però una maggiore sensibilizzazione, anche grazie all'opera di personalità di primo piano del continente. Fra i cattolici emerge la figura del compianto card Stephen Kim Sou-hwan, a lungo arcivescovo di Seoul (Corea del Sud). Nel mesi scorsi si è attivata pure la Chiesa in Malaysia, nazione a maggioranza musulmana, che ha lanciato lo scorso anno campagne per la donazione di sangue e organi in concomitanza con il mese sacro di Ramadan. 

 

 

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